Confessioni di un web designer: "Il tuo nuovo website fallirà ed ecco perché"

Daniel Casarin

Pubblicato da Daniel Casarin

 

“Lo sappiamo, fa male! Sappiamo che è l’ultima cosa che vorreste sentirvi dire in questo momento, ma l’elemento che più di tutti danneggia il vostro brand è proprio il vostro website e non stiamo esagerando.”

Il web design tradizionale è finito. Qualsiasi cosa: le emicranie, le sfide, i risultati non affidabili e incoerenti che sperimentiamo continuamente durante la riprogettazione di un sito web rendono il classico metodo di progettazione obsoleto e un gioco d’azzardo ormai senza senso.

Penserete che siamo pazzi... 
Vi mostreremo che non è così 

Abbiamo aiutato i nostri clienti a sviluppare così tanti website che abbiamo acquisito un’esperienza tale da potervi assicurare che se un website viene costruito intorno agli interessi dell’azienda, piuttosto che su quelli degli utenti, le performance caleranno in un batter d’occhio a causa di una cattiva user e customer experience.

Ciò andrà a colpire direttamente il contributo del website alla strategia di lead generation e il suo potenziale, come strumento di sviluppo del business a livello commerciale (fino ad arrivare a vere e proprie ripercussioni negative sulla brand reputation).

E' così ormai da circa cinque anni e sarà la regola del futuro.

Il web (re)design tradizionale è frustrazione

Prendiamo ad esempio il direttore marketing di un’impresa di software di dimensioni medio-piccole che, per comodità, chiameremo Giacomo.

Quale processo avrà seguito per aggiornare il proprio website?

Giacomo ha impiegato quattro mesi per accordarsi con designer, sviluppatori, grafici, creatori di contenuti e il resto del team di marketing, con l’obiettivo di creare un website perfetto, che rispecchi il brand e che aiuti i processi di inbound marketing.

Al termine di questi quattro mesi, Giacomo è stufo e stanco a causa delle ore piccole che è stato costretto a fare per approvare la mappa, i wireframe, i testi, le immagini, i link interni, i link esterni, i documenti da scaricare, i form di contatto, ecc. ecc. Non ne può più di incontri in cui si parla di obiettivi che cambiano continuamente e costi che crescono a dismisura (l’investimento medio per il website redesign per una PMI può andare da 10.000 a 80.000 € per cui non parliamo di piccole cifre!). 

Probabilmente... anzi sicuramente Giacomo non vede l’ora che tutto ciò finisca!

Finalmente il nuovo website viene lanciato (con 8 settimane di ritardo e un aumento di budget del 20%). Giacomo ha grandi aspettative. Ha letto su un blog che solitamente un website ha bisogno di un processo di redesign ogni 2 anni e lui non avrà bisogno di toccare nuovamente il website per altri 24 mesi! Tutto il lavoro svolto porterà i suoi frutti... ne è certo!

Il nuovo website subisce un forte colpo d’arresto sin dai primi mesi successivi al lancio o nelle migliori delle ipotesi non accade nulla.

Il processo di generazione e conversione di nuovi lead rallenta.

I telefoni non squillano a tutte le ore… qualcosa non va!

E’ vero, quello di Giacomo è solo un esempio, non si tratta di una storia vera ma sulla base della nostra esperienza, e ve la possiamo confermare in toto.

Sempre più spesso si rivolgono a noi clienti frustrati, usciti da poco da un processo di web redesign tradizionale che non ha prodotto i frutti sperati.

Perché?

Il web redesign tradizionale è un processo che non funziona, ormai da anni

1. E’ difficile prefissare gli obiettivi

E’ difficile eseguire analisi in anticipo, quindi spesso viene lanciato un nuovo website (in ritardo e fuori budget) senza avere in mente un obiettivo preciso.

Molto spesso il processo di redesign parte dalla definizione di ciò che rappresenta l’impresa, qual è il suo mercato, quali servizi o prodotti offre e quali sono le funzionalità e sezioni del website esistente devono essere aggiornate o costruite (eCommerce? Carrello? Whislist? Blog?).

Successivamente il team strategico esegue verifiche e revisioni sul website aziendale e sui contenuti presenti fino ad arrivare ad ipotizzare un’architettura dell’informazione adatta all'azienda e iniziare con wireframe e design.

Spesso, però, solo una volta aperto il vaso di Pandora ci si rende conto della situazione in cui ci si trova.

Un semplice carrello in un sito eCommerce può rivelarsi, ad esempio, l’incubo peggiore dato che il sistema di acquisto online deve integrasi con il gestionale di magazzino perché i manager aziendali hanno deciso che questo è il momento adatto per farlo (dato che il website è in fase di redesign).

Oppure il blog che doveva essere semplicemente importato dal vecchio website, in realtà, non presenta immagini e contenuti visuali di qualità e quindi richiede nuovo lavoro non previsto e così via… la lista si allunga, i tempi si dilatano e i costi raddoppiano! 

2. Il redesign si svolge in isolamento

Il processo di website redesign avviene in una campana di vetro che isola l’azienda rispetto all'utente.

Una volta firmato il contratto di website redesign, conclusi i meeting di brief iniziale e stabiliti ed approvati wireframes, il team di design e sviluppo lavorerà in quella che possiamo definire a tutti gli effetti una vera e propria campana di vetro da cui escono periodicamente per chiedere approvazioni o feedback al cliente. 

Tuttavia, l’intero processo è sviluppato a partire dal business dell’impresa, delle esigenze del suo proprietario o di figure rilevanti all'interno del team di marketing.  

 


Ma la cosa ancor peggiore è che la maggior parte delle volte gli utenti che navigano il website non sono presi in nessun modo in considerazione..


 

Al contrario, questo sarebbe fondamentale per costruire un'architettura dell’informazione ed un'esperienza utente perfetta ed efficiente (che in questo caso, invece, è incentrata interamente sull'azienda e sulle sfide che sta incontrando).

Design, contenuti e funzionalità devono essere pensati a partire dalle esigenze dell’utente.

Di conseguenza, una volta conclusa la fase di redesign, qualsiasi website ne risulti, sarà performante per il personale aziendale, non per l’utente. e il potenziale cliente.

3. Scoraggia miglioramenti frequenti

Una volta lanciato, il website non verrà più migliorato o aggiornato fino al successivo processo di redesign. 

Dato che la maggior parte dei website aziendali subiscono un processo di redesign in media ogni 2-3 anni, i miglioramenti tra i due cicli si limitano all'aggiornamento occasionale di contenuto. Di conseguenza ti ritroverai bloccato con un website non performante per almeno altri 2 anni e mezzo... vero?

Tira un sospiro di sollievo!
Per fortuna esiste il Growth-Driven Design

Il problema fondamentale, che sta alla base del processo di web design tradizionale, è la concezione di “Business centered”.

Le decisioni prese in fase di progettazione sono dettate soprattutto dalle necessità dell’azienda o, peggio, su ciò che i referenti dei vari reparti pensano sia meglio per il loro website o business.

Basare le proprie decisioni su supposizioni, trend di mercato o analisi dei competitors porta alla situazione precedentemente espressa.

Come far fronte a questa situazione? Applicando il Customer o User centered design.

E' necessario infatti procedere verso un cambiamento, non solo dei processi che portano alla realizzazione o l'aggiornamento di un website, ma all’intero mindset, dal quale scaturiscono le supposizioni generate nei vari brief iniziali.

 


Il growth-driven design è un investimento che produce crescita affidabile di mese in mese. Il website diventa più efficace mentre si continua a misurare, iterare e agire direttamente, in funzione dei risultati raggiunti.


 

Ma in che modo posso realizzare un website perfetto ancor prima che venga lanciato?

Ultima news: Non è possibile, non esiste nulla di perfetto!!

Naturalmente quello che si può fare è avvicinarsi sempre di più ad un’ipotetica perfezione, prendendo scelte ponderate ed intelligenti e che soprattutto si basino sulle necessità dell’utente. 

Come?

Progettare un nuovo website basato sui punti di forza di quello precedente, il così detto “Launch Pad Website” ed utilizzare i dati, sull'esperienza dell’utente, ricavati da quest’ultimo, per prendere decisioni basate su coloro che lo useranno di più: i potenziali clienti, chi meglio di loro è in grado di dirci come migliorare il nostro website?

 


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