Webinar: Emotion driven design. Progettare contenuti per interfacce in sintonia con le persone

Valentina Di Michele

Pubblicato da Valentina Di Michele

EMOTION-DRIVENBlog

Nel mondo digitale come nella vita reale, le parole aiutano le persone a fare delle scelte e a compiere le azioni che vogliono fare.

I testi accompagnano le persone per tutta la durata della loro customer journey: possono guidarle e portarle al risultato, o confonderle, e creare un’esperienza sgradevole che non vorranno ripetere.

L’efficienza e l’efficacia dei nostri contenuti è però legata a molti fattori, e in particolare alla capacità di chi scrive le parole delle interfacce digitali di comprendere le emozioni e i pensieri delle persone che usano i nostri prodotti e servizi.


Designer di parole

Il design non è solo immagine grafica, ma anche parola, comunicazione scritta: chi scrive testi e microtesti per siti web e app è quindi un designer di parole.

Negli ultimi anni si è parlato molto di UX Writing, cioè dell’esperienza che facciamo quando siamo utenti, ovvero quando usiamo i testi dei servizi e prodotti digitali.

La user experience verbale coinvolge tutti: siamo designer di parole quando creiamo contenuti che esprimono la voce e l’intenzione del brand o del prodotto, ma che rispettano anche i lettori come esseri umani che hanno emozioni, pensieri e modelli mentali.

In particolare, le emozioni possono rendere un’esperienza più o meno piacevole e segnare la base di una relazione di fiducia, o la sua fine.

 

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L’ansia, la nostra emozione guida

È capitato a molti di vivere questa situazione: abbiamo fretta, siamo in ritardo, non abbiamo il biglietto del treno che ci porterà a casa. Per farlo, dobbiamo inserire dei dati su un’app. L’emozione dominante di quel momento è l’ansia, più o meno intensa.

Se l’app ci chiederà informazioni che non abbiamo, come per esempio una password che non ricordiamo, la nostra ansia diventerà insopportabile e ci impedirà di compiere con lucidità qualsiasi azione.

Ci troveremo a dover creare una nuova password, a sceglierla cercando di evitare di fare errori mentre il tempo passa.

La quantità di dati da inserire e la qualità dei testi che ci guidano in questa operazione possono fare la differenza.

Se l’app tenesse conto di come mi sento e mi offrisse testi capaci di aiutarmi in modo semplice, mi sentirei molto facilitata: potrei completare il processo con una emozione di sollievo, quindi positiva.

Come scriviamo spesso nel libro “Emotion driven design” (Apogeo 2020), l’ansia è la nostra emozione guida, cioè una delle più pervasive nella nostra esperienza digitale e non solo.

Eppure, la maggior parte dei siti web sembra non tenerne conto, o ricordarlo solo quando questa emozione può essere usata per promuovere una vendita.

Creare esperienze digitali su misura per le persone che le useranno ha un doppio vantaggio: genera un circolo virtuoso.

Riuscire a trovare una soluzione semplice per il problema da risolvere online genera emozioni positive, che si traducono in fiducia nei confronti di chi ha risolto il problema.

E nel desiderio di ripetere quell’esperienza.

Di questo e molto altro parleremo nel Webinar "Emotion driven design. Progettare contenuti per interfacce in sintonia con le persone", un’occasione di confronto e formazione da non lasciarsi sfuggire.

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