L'epoca di Prometeo o di Dioniso? Gli aspetti divini del nostro tempo

Roberto Siconolfi

Pubblicato da Roberto Siconolfi

20230912 copertina

La nostra epoca, epoca di grande sviluppo tecnologico, può essere letta come quella di Prometeo o di Dioniso. Due divinità, due modi diversi di intendere questo sviluppo.

Prometeo il Dio portatore di conoscenza, che ruba il fuoco della conoscenza per donarlo agli uomini. In questo suo rubare il fuoco e donarlo, può essere visto anche come il Dio che offre la possibilità agli uomini di dominare la natura, attraverso la conoscenza.

Dioniso, invece, il Dio creativo, dell'estro, è portatore di creatività appunto, ed è anche il Dio delle energie e dei flussi naturali, e dunque rappresenta quel lato creatore dell'uomo in linea con tali dinamiche.

Due modi di intendere la tecnologia, due modi di vivere il nostro tempo.

In quest'articolo parleremo di:

L'epoca moderna e la svolta nella tecnica

Quello che si realizza con la modernità è un vero e proprio passaggio d'epoca. Dal medioevo, periodo derubricato in maniera frettolosa e immeritata come il periodo buio della storia, con le sue dinamiche sacrali, gerarchiche, guerriere, si è passati all'epoca dei lumi, della Dea ragione, della desacralizzazione della conoscenza.

Questo passaggio si riflette in tutti i piani della vita e dell'organizzazione umana, e dunque investe anche quello dello sviluppo economico e tecnico.

Proprio riguardo la tecnica, si produce quel cambio tra la tecnica classica e quella moderna, del quale aveva dibattuto Martin Heidegger nelle sue riflessioni sull'argomento1.

Per Heidegger mentre la tecnica classica si dispiegava all'interno delle dinamiche naturali sfruttando le energie del sistema naturale complessivo e non andando oltre, con quella moderna invece l'uomo comincia ad immagazzinare le energie, creando un surplus che va oltre il sistema complessivo, ai fini dello sfruttamento della natura.

Con la modernità, in particolare con l'avvento della società industriale, attraverso la diffusione dei grandi impianti industriali, dei telai, della macchina a vapore, e poi in un secondo momento con l'avvento della società elettrica, di media come la TV e i social network questo movimento che va "oltre", oltre l'organicità base della natura e della vita umana, prende il sopravvento.

Questo secondo Heidegger, tuttavia secondo i sostenitori del progresso, dell'industrializzazione e successivamente della società del benessere, il passaggio segna una svolta: una delle tappe dell'evoluzione umana dallo stato di barbarie alla civiltà.

La borghesia "ha creato ben altre meraviglie che le piramidi d'Egitto, acquedotti romani e le cattedrali gotiche" diceva Karl Marx in Il Manifesto del Partito Comunista2.

Un modo di pensare rappresentativo dell'evoluzione del rapporto uomo/natura, sia nella concezione del mondo premoderna e moderna, sia nello sviluppo della tecnica.

Da questo snodo storico possiamo effettuare una serie di riflessioni, di analisi e offrire degli spunti per leggere il nostro tempo.

Materiale webinar "Homo videns: la modifica delle menti umane"

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Prometeo: l'epoca della modernità fredda

La modernità si afferma come volontà dell'uomo di dominare il mondo, come volontà dell'uomo di oltrepassare i limiti, come volontà dell'uomo di conoscere oltre i limiti: da questo punto di vista la modernità è un'epoca prometeica.

È prometeico il fatto stesso di essersi staccati dalla natura, o dal Tutto utilizzando un linguaggio metafisico, con filosofie e scienze che dualizzano, per così dire, il rapporto con il mondo, che materializzano il mondo e lo rendono un meccanismo dal quale estrarre il proprio utile.

Così avviene in ambito filosofico-scientifico, con la res cogitans (il pensiero e il soggetto), per dirla alla Cartesio, che manipola a proprio piacimento la res extensa (la natura e l'oggetto)3.

Così avviene nell'ambito politico, con i grandi imperi europei che si lanciano nelle avventure coloniali, sottomettendo, talvolta in maniera brutale, gli altri popoli e oltrepassando anche i divieti di epoca premoderna (andare oltre le colonne di Ercole).

Così avviene in ambito economico, con lo sviluppo capitalistico e tecnico che porterà all'accumulazione senza precedenti di beni, risorse naturali e denari, nelle mani di oligarchie sempre più ristrette.

Sempre per Karl Marx, questo è il tempo di Prometeo, perché a detta del sociologo Michel Maffesoli, questo è il tempo della rottura con i legami storici, con le radici che uniscono tra loro i secoli e dalle quali l'uomo moderno si emancipa4.

L'epoca di Prometeo è dunque l'epoca dello sviluppo della conoscenza, della tecnica, che egli stesso ha donato agli uomini all'esordio della storia al fine della civilizzazione.

L'epoca di Prometeo è l'epoca della democrazia, l'epoca del pragmatismo direbbe Charles Sanders Peirce, democrazia animata dall'etica del benessere, dal superamento della trascendenza in favore del culto per le forze attive della realtà e della vita.

Come direbbe Alexis de Tocqueville in La Democrazia in America5, è specifico dei democratici avere fiducia nella scienza e nella tecnica, sapersi adattare all'ambiente e ricavando degli utili per la società stessa e a partire dalle sperimentazioni effettuate nell'ordine naturale.

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Prometeo e la tecnica: riflessioni sulla nostra epoca

Alcune riflessioni per la nostra epoca, dunque, possono essere poste a partire da Prometeo, una figura che viene fuori dalla letteratura classica.

A riguardo la differenza nella presentazione di tale figura avviene nella letteratura di Esiodo rispetto a quella di Eschilo.

Per il primo nella Teogonia6, la storia e la genealogia degli dèi greci, il titano viene visto come un nemico degli dèi, perdente di fronte a questi e a discapito di tutta l'umanità. 

Prima favorisce gli uomini, dando loro la parte migliore delle vittime sacrificate, poi dona loro il fuoco, del quale Zeus li aveva privati per vendetta. Per punizione Prometeo sarà incatenato da Zeus ad una colonna, con un'aquila che gli divora il fegato. Fegato destinato a ricrescere in continuazione.

Eschilo invece dedicherà al titano una trilogia, almeno a lui si attribuisce, il Prometeo portatore di fuoco, il Prometeo incatenato e il Prometeo liberato.

Ed è proprio nel Prometeo incatenato che il titano dice di aver escogitato le technai, dalle quali partirà il processo di civilizzazione: "Questo sapere è sempre una conoscenza pratica: è il sapere che ha creato la civiltà, le technai. Egli ha insegnato loro i diversi mestieri, inoltre l'astronomia, i numeri e le lettere; ma non per allargare la conoscenza del mondo nel senso degli antichi ionici: al contrario, questo sapere è orientato, alla maniera attica, verso le technai, verso uno scopo pratico e un'utilità…il fuoco è il simbolo delle technai, dell'attività pratica"7.

Ma la necessità che governa le leggi della natura è più forte della tecnica come stesso Eschilo afferma "nemmeno Zeus potrebbe in alcun modo sfuggire alla parte che gli è stata assegnata"  (v. 518)8.

Il poema si conclude con l'incatenamento del titano ad una rupe da parte di Zeus, dopo che egli aveva rubato il fuoco.

"La modernità si afferma come volontà dell'uomo di dominare il mondo, come volontà dell'uomo di oltrepassare i limiti, come volontà dell'uomo di conoscere oltre i limiti."

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Roberto Siconolfi 

Sociologo, saggista e mediologo 

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Prometeismo: movimento tecno-scientifico radicale identitario della nostra epoca

Così come su altri versanti, pensiamo a postumanesimo e transumanesimo, la nostra epoca partorisce dei nuovi movimenti sub-culturali aderenti alle sfide storiche specifiche.

Il prometeismo, si rifà specificamente alla figura di Prometeo, interpretato sia come il nume della conoscenza, della tecnica e a beneficio dell'uomo, con particolare riferimento alla cultura e all'identità europea, sia come il nume della decisione e della volontà, intesa nel senso faustiano di avanscoperta, di trascendimento del limite, di superamento dello stesso umano.

Il prometeismo (a parte l'omonimo progetto geopolitico polacco anti-russo, che va dal 1918 alla fine della seconda guerra mondiale) nasce nel 2021 con la rivista Prometheica9, e sulla base di tutta una serie di sub-culture e movimenti culturali che hanno fatto dell'avanzamento tecnologico declinato in versione politico-radicale e identitaria, nazional–rivoluzionarie, ecc. la loro bandiera.

A cominciare proprio dal futurismo, movimento avanguardistico del XX secolo, che abbracciava letteratura, arte, musica e cultura in generale e che si appoggiò anche ai movimenti politici presenti in Europa negli anni '20, in Italia al fascismo e in Russia al comunismo.

Il futurismo sosteneva proprio lo spirito di innovazione e trasformazione che stava prendendo piede in quel periodo, e che dava impulso anche al mondo dell'arte e della cultura e proprio grazie alle nuove scoperte tecnologiche e nel campo della comunicazione.

Su binari simili si porrà negli anni '90 l'accelerazionismo, che propugna un'accelerazione, appunto, delle dinamiche presenti nella società al fine di una rigenerazione di essa.

L'accelerazionismo basa il suo vangelo proprio sulla sperimentazione tecno-scientifica portata alle estreme conseguenze, accelerata, e pure ha le sue varianti di sinistra e di destra.

Allo stesso modo, più o meno nello stesso periodo, l'archeofuturismo, più che altro un'idea nata da un testo di Guillaume Faye10, il quale invece presenterà un modello ideale fondato sulla coniugazione tra valori arcaici, avanguardismo politico e progresso tecno-scientifico.

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Volontà, sovrumanità, ed Europa nell'epoca del sapere tecno-scientifico

Ecco la sintesi dei punti del Manifesto del prometeismo:

  • L'assalto al cielo, per il quale il fuoco della tecnica viene liberato dal sistema bigotto, superstizioso, stagnate a matrice umanista, egualitarista e liberale per un'opera di mobilitazione totale della realtà dagli atti politici, estetici, religiosi, sociali.
  • Europa avanguardia, la terra nella quale il fuoco della tecnica ha bruciato con più splendore, questo pur senza attribuire ad essa alcuna presunta gerarchia morale universalmente valida.
  • Accelerare per non marcire, andando oltre ogni atteggiamento reazionario o conservatore che si rifugia in istituzioni e valori passati. Non ritirarsi dal processo, quindi, ma andare più lontano, accelerare il processo.
  • Per la sovrumanità, alternativa alla disumanità all'interno della battaglia presente e del futuro nella quale l'uomo non si riduce a immagine e somiglianza di un essere trascendente o di una carta dei diritti, ma in un numero incalcolabile di trasformazioni, imitazioni, ibridazioni, relazioni, connessioni, si prolunga nella macchina, si identifica nell'animale, si riversa nel computer, si proietta negli dèi.
  • Per una politica prometeista, la quale contempla posizioni e sensibilità differenti ma non umaniste, kantiane, riformiste, edonistiche, reazionarie, conservatrici, tecnofobe, clericali, liberali o politicamente corrette.
  • Sovranità tecnologica totale, che presuppone sovranità politica e disponibilità dei mezzi tecnologici all'altezza.
  • L'autodeterminazione biocomunitaria, per la quale si decide di intervenire in senso attivo o limitativo nell'affidamento di diagnosi e cura prenatale, di procreazione artificiale, di editing genetico, di clonazione per fini comunitari.
  • Un'ecologia futurista, con l'intervento sulla natura con più, e non meno, tecnica, plasmando l'ambiente, e attraverso geoingegneria, nanotecnologia, intelligenza artificiale, nucleare, ingegneria genetica, ricerca di nuove risorse, di nuove tecniche di stoccaggio e riciclo.
  • Dalla parte dei robot, è «alienandosi nell'artificiale» che l'uomo è, sin dall'alba dei tempi, divenuto se stesso. Nel robot il prometeismo vede lo specchio dell'uomo, la sua volontà di superamento, un alleato al di là del bene e del male.
  • Epica dello spazio, ultima frontiera di conquista e straordinario vettore di ricerca e sviluppo per tecnologie utili qui sulla terra, il prossimo ver sacrum avverrà in direzione di un destino stellare.
  • Filosofia della volontà, per la quale il prometeismo non è un messianismo, né l'accettazione di un destino fatale, ma una filosofia ispirata al senso del tragico della vita e al volontarismo, Prometeo è il nume della decisione e della volontà.
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Postmodernità: l'epoca di Dioniso

Tuttavia vi è un importante passaggio di fase, un passaggio di epoca, che segna un cambiamento nel modo di concepire il mondo e del modo stesso di stare al mondo, almeno in Occidente.

Il passaggio dalla modernità alla postmodernità si consacra per un cambiamento anche dei suddetti modi.

La modernità si consacra come l'epoca delle filosofie e delle scienze dualiste, che dividono il soggetto dall'oggetto, che lo scindono, scindendolo anche dal Tutto.

A detta di Michel Maffesoli in Le réenchantement du monde11, la modernità è portatrice delle grandi ideologie, grandi narrazioni di massa, che sulla base del kantiano dover essere, proiettano di continuo l'uomo al di fuori di sé, eludendo l'aspetto dell'esser-ci, alla maniera e in concomitanza della religione giudaico-cristiana, che estromette il divino dal mondo rendendolo doveroso di culto, come di un qualcosa che è separato dal mondo.

Con l'avvento della postmodernità, invece, sempre per il sociologo francese, in qualche modo si ha il ritorno di una paganità pre-cristiana, riscontrabile in tanti aspetti, dal ritorno dell'importanza della natura, dall'edonismo, da determinati modi di aggregazione tribalistici, dove alla luce di un totem, di un principio comune (squadra di calcio, genere musicale, modo di vestire e stile di vita, ecc.) si fa comunità - discorso che vale pure per le community internettiane.

Aggregazione tribalistica, rituali sociali, effervescenze emotive e momenti di ek-stasi collettiva, un'ek-stasi che è appunto uscita da sé, ma in compagnia dell'altro.

Bene in tutto questo quadro, sempre per Maffesoli, vi sono le tracce del ritorno di Dioniso, altra divinità del pantheon greco, opposto e complementare secondo Friedrich Nietzsche ad Apollo12, in quanto rappresentante delle forze vitalistiche, della natura, irrazionali e diversamente da quelle ordinatrici della forma.

Spesso scambiato per un demone, da certe tendenze cristiane, celebrato da culti specifici e riti misterici, definito anche in termini psicoanalitici da Jung e Hillman, di questa figura viene celebrato il ritorno nel nostro tempo, anche come aspetto femminile del Sé, e dunque di una riemersione della parte creativa dell'essere, a discapito di quella semplicemente fredda e calcolante.

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L'epoca di Dioniso: il dio dell'estro e della vitalità

La nostra epoca come epoca di Dioniso, una divinità particolare, unica, dagli aspetti controversi, contraddittori, ibridi (dio/animale, maschio/femmina, ecc.) e i cui culti per tali caratteristiche sono stati sovente banditi o limitati (impero romano), o demonizzati, o ancora il dio stesso è stato scambiato per un demone (cristianesimo medievale).

Accompagnato da menadi e sacerdotesse, portatore di brezze, frenesie, identificato con Bacco dai romani, diverse sono le fonti della sua storia.

Secondo la teogonia di Esiodo, è figlio di Zeus e Semele, ecco perché Dioniso (dal greco nysos di Zeus, giovane figlio di Zeus).

Apollonio Rodio lo definisce come nato due volte, il fanciullo dalla doppia porta - da Semele e Zeus, e poi alla morte di Semele dalla coscia di Zeus, il quale l'aveva protetto per evitare che morisse come la madre.

Definito anche divinità errante, punito con la pazzia da Era la quale non poteva fare a meno di riconoscerlo come figlio di Zeus, in quanto gelosa per l'ennesima unione di Zeus con una mortale, Dioniso vagava con il suo corteo di satiri e baccanti tra l'Egitto, l'India e la Tracia, dove affrontò varie battaglie (dai titani alle amazzoni).

Diverse le sue relazioni amorose, anche omosessuali, la sua storia fu descritta anche dalla tradizione orfica, un culto misterico della Grecia del V.I. secolo a.C.; ribattezzato Zagreo,  viene fatto a pezzi dai titani e ricomposto da Apollo.

Intensità (cit. Roberto Calasso), contraddizione (cit. Giorgio Colli), vitalità, estro, la figura di Dioniso è centrale sia nell'ambito divino, intendendo per divino quell'insieme di forze e centri di energia presenti all'interno dello stesso uomo, sia in ambito storico, ma anche in ambito filosofico, psicanalitico e culturale ad ampio raggio.

James Hillman, riprendendo Carl Gustav Jung, critica però l'approccio psicoanalitico classico che privilegia la figura e l'espressione di stati di carattere apollineo, lucenti, ordinatori a discapito del lato emotivo e in ultima analisi del dionisiaco.

Questo provoca a detta di Hillman una non comprensione della persona, nella sua interezza di determinate sue pulsioni, le quali, se rimosse, vengono fuori sotto forma di comportamenti poi bollati come femminei, isterici, incontrollati, ecc.

Materiale completo webinar "Economia e postmodernità"

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Tecno-maghi: il dionisiaco nella nostra epoca

Nella nostra epoca l'importanza assunta dal medium ha sconvolto completamente la stessa sua nozione e concezione. Il medium non è più qualcosa di statico, di utilizzabile all'occorrenza, ma è un vero e proprio ente, sempre presente nella nostra realtà. Tutto è medium direbbe McLuhan, pure il denaro, le automobili, ecc.

Persino i vestiti, i quali rappresentano quella interfaccia che media tra il soggetto e il mondo esterno, l'estensione della nostra pelle, che a sua volta si fonde col messaggio, e che esprime la nostra stessa personalità, la modella, dunque non semplicemente un qualcosa per coprirsi o per rapportarsi al mondo esterno.

Per Baudrillard anche gli oggetti sono un medium, trascendono il loro scopo, il medium permea oramai tutto il nostro ambiente, direbbe Joshua Meyrowitz, la modificazione che è apportata da essi e dalla tecnologia più in generale è tale da aver alterato completamente il rapporto tra spazio e territorio, creando nuove forme di spazialità, metropoli elettroniche, plasmando e riplasmando tutto e le stesse relazioni sociali13.

Plasmare e riplasmare la realtà, opera dei media, di tutta la scienza della cosiddetta postmedialità, opera dei nuovi media, opera della tecnologia, di tutta la tecnologia.

Un'opera tecno-magica, dove estro, creatività, si legano all'azione in questo ambito, radicandosi nei ritmi e nelle forze vitalistiche della natura, che sono insite nell'uomo stesso.

In tutto e per tutto l'opera di Dioniso nel mondo attuale, l'opera di Dioniso con i mezzi attuali.

Al di là della prometeica volontà di potenza, della volontà fredda e calcolatrice, questo è l'altro approccio, basato sul radicamento dinamico a quelle forze che si trovano nella natura ma anche dentro l'uomo, appunto.

Tecnologia e divino, o magico, un connubio sul quale pochi giurerebbero, eppure è questo il brodo di coltura, l'ispirazione profonda che ha spinto oltre oceano i guru della Silicon Valley a fondare la loro cittadella, e a dar vita alle proprie scoperte, così come ad altri miti della scoperta tecnologica (pensiamo a Jack Parsons e al campo della missilistica) a trarre la linfa per le loro intuizioni.

E così potremmo a ritroso tornare ai primordi dell'umanità.

Materiale webinar "Brand: le immagini sacre del mondo postmoderno"

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Dioniso o Prometeo: il divino è presente anche nella nostra epoca

Il divino nella nostra epoca (apparentemente) materialista e consumista, il divino presente nell'opera tecnologica, multimediatica, nei grandi avanzamenti della scienza e delle tecno-scienze.

Nell'alternativa tra Prometeo e Dioniso c'è l'alternativa tra due modi di intendere tale opera e tali avanzamenti nei rapporti con la natura, a partire da quella umana.

Volontà di dimostrarsi potenti, ed eventualmente di sottomettere la natura con freddo calcolo e raziocinio, oppure scatenare il proprio estro, le proprie pulsioni assecondando la natura, seguendo i suoi ritmi e le sue dinamiche?

Questa è l'alternativa tra Prometeo e Dioniso, un'alternativa presente in tante manifestazioni della vita, non solo in ambito tecnologico e tecno-scientifico, ma anche in quello politico, sociale, psicologico.

Una cosa è sicura, il dato meramente tecnico, materiale, o legato alla produzione e al consumo, sono solo una parte, forse quella più superficiale del fenomeno da noi analizzato, e che la nostra epoca è forse tutt'altra epoca rispetto a quella intesa dal senso comune e a partire proprio da quella che è la cultura dominante.

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Bibliografia

1 Heidegger M., Die Frage nach der Technik (1953), in Vorträge und Aufsätze, Neske, 1957, trad. it. La questione della tecnica, in Saggi e discorsi, Mursia, 1976, pp. 5-27.

2 Engels F., Marx K, Manifesto del Partito Comunista, Manes Editori, 1998, p. 7.  

3 Cartesio, Opere filosofiche, a cura di Garin E., 4 voll., Laterza, 1986.

4 Maffesoli M., Il reincanto della tecnica, in Pireddu M. & Serra M., Mediologia, Napoli, Liguori, 2012, pp.127-133.

5 de Toqueville A., La democrazia in America, a cura di Matteucci N., Collana Classici del pensiero, Utet, 2007.

6 Esiodo, Teogonia, in Cassanmagnago C. (a cura di), Esiodo Opere, Bompiani, 2009.

7 Snell B., Eschilo e l'azione drammatica, trad. it. Lampugnani Nigri, 1969, p. 121.

8 Eschilo, Supplici - Prometeo Incatenato, a cura di Medda L., Oscar Mondadori, 2009.

9 VV. AA., Prometheica Volume primo, Polemos editrice, 2021.

10 Faye G., Archeofuturismo, Aga editrice, 2020.

11 Maffesoli M., Le réenchantement du monde. Une éthique pour notre temps, La Table Ronde, 2007.

12] Nietzsche F., La nascita della tragedia, a cura di Vivarelli V., Einaudi, 2009.

13 Meyrowitz J., Oltre il senso del luogo. L'impatto dei media elettronici sul comportamento sociale,  in Pireddu M. & Serra M., Mediologia, Napoli, Liguori, 2012, pp 224-239.


 

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