Pensare (strategicamente)

La realtà nei fatti è che in Europa nel campo tecnologico e imprenditoriale-manageriale siamo immersi in una “guerra d’informazione per contenuto”. Dove la sfida è quella della costruzione stessa della conoscenza. Il modo di produrre questa conoscenza porta l’altro (l’avversario) a dipendere da un sistema chiuso, senza lasciargli alcun margine cognitivo.

Una volta rinchiusi in una matrice cognitiva composta da griglie di lettura distorte, si tratta di saturare il target con informazioni che alimentano queste griglie. Tutto questo non nasce da un “attrito”, parafrasando Clausewitz, ma da un accerchiamento cognitivo dell’avversario: egli viene più soffocato che spintonato, privato poi di ogni intelligenza e analisi della situazione e quindi della capacità di azione.

Concretamente la guerra dell’informazione attraverso i contenuti si ispira alla cultura di combattimento maoista di identificare e sfruttare le contraddizioni interne dell’avversario applicate a regola d’arte alla guerra economica ed ideologica in chiave antieuropea.

Il nuovo paradigma crea così il labirinto digitale dell’informazione che porta ad uno stato di confusione e soprattutto non comprensione delle dinamiche critiche anche per i migliori addetti ai lavori.

Questa lettura distorta porta ad un utilizzo non critico (per non dire corretto) di ogni tecnologia, a partire da quelle più strategiche in area vendite, le quali dovrebbero supportare sopra ogni cosa la crescita di ogni impresa.

La risposta è radicalmente politica. Con un atto pratico di presa di coscienza della situazione.

Comprendere la realtà del teatro delle operazioni in gioco oggi e l’equilibrio di potere al lavoro, al fine di intraprendere le manovre più efficaci possibili e passare all’applicazione dei 3 concetti sopra elencati porta ad uno dei primi vantaggi oggi possibili. Questi non saranno dati dalla (banale, normale e continua) avanzata tecnologica ma dalla predisposizione a conoscere e sperimentare il nuovo sotto una nuova luce più strategica che superficiale ed esclusivamente pratica, quasi mai completa.

Fuori dalla caverna

Daniel Casarin, imprenditore ed analista indipendente, si dedica al mondo della comunicazione, del marketing, del business design e della trasformazione digitale. Con oltre 20 anni di esperienza, esplora l’impatto delle tecnologie emergenti in ambito economico e organizzativo. Attraverso Adv Media Lab e altre iniziative imprenditoriali, collega la sua expertise multidisciplinare al mondo dell’impresa.

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