Blog e Risorse - Adv Media Lab

Come raggiungere i Millennials grazie all'inbound marketing

Scritto da Daniel Casarin | ottobre 15, 2019
Generazione X, Baby Boomers, Millennials e mille altri ancora; navigando in internet ci si imbatte in questi termini sempre più spesso, senza che nessuno ci dia però una spiegazione chiara di cosa significhino.

I Millennials, di cui parleremo meglio in questo articolo, conosciuti anche col nome di Generazione Y, sono tutti gli individui nati tra il 1980 e il 1995, anche se erroneamente si usa questo termine per indicare anche quelli nati dal 2000 in poi, i cosiddetti Centennials.

Ciò che distingue i Millennials dalla generazione precedente, la Generazione X, sono l’apertura e la calda accoglienza verso le nuove tecnologie, questo è dovuto anche al fatto che sono cresciuti nell’epoca in cui queste tecnologie iniziavano a fiorire e ad espandersi.

Essi amano perciò sperimentare novità tecnologiche, recensirle e condividere le loro opinioni e impressioni coi propri amici, conoscenti o semplicemente coi propri follower sui social media. Il contenuto creato dagli utenti è infatti tenuto in altissima considerazione dai Millennials.

Spesso etichettati come fannulloni e consumisti sfrenati che saltano di brand in brand, vedremo che i Millennials poco rispecchiano questa immagine che l’opinione comune si è fatta di loro e vedremo come l’inbound marketing sarà la strategia adeguata per guadagnare la loro fiducia.

Far sentire i Millennials parte di una grande famiglia, dove ognuno di loro ha un ruolo attivo e dove possono esprimersi liberamente è l’ostacolo che le imprese devono superare per far sì che nei prossimi decenni possano contare su una base clienti fedele e affezionata.

Entriamo nello specifico dell'argomento e vediamo in che modo è possibile raggiungere i Millennials attraverso l'inbound marketing:

 

Caratteristiche dei Millennials

Generazione numerosissima, quella dei Millennials prende le distanze da quella precedente sotto diversi punti di vista:

  • Sono esperti di tecnologia
    poiché sono cresciuti insieme ad essa: collegati tutto il giorno con amici, colleghi e parenti su tutti i social media possibili e immaginabili, da vari dispositivi, soprattutto mobili

  • La famiglia è al centro
    per i Millennials è importantissimo trascorrere tempo prezioso coi propri cari, motivo per cui preferiscono orari di lavoro flessibili

  • Sono orientati al successo
    accettano di buon grado le sfide sul posto di lavoro e si impegnano molto in quello che fanno

  • Preferiscono lavorare in team
    piuttosto che singolarmente: unire le forze, le conoscenze e le competenze per una maggiore efficienza

  • Hanno bisogno di feedback e di approvazione
    comportamento che si può riscontrare anche sui social media, dove l’effetto che un like o un commento esercita può essere significativo

  • Amano i cambiamenti e le novità
    anche in ambito lavorativo, infatti i Millennials spesso cambiano lavoro e abitudini

  • Sono fortemente influenzabili dai propri pari
    quindi il marketing tradizionale è percepito come un’invasione della propria libertà e del proprio spazio

Torna all'indice↑

Millennials e marketing tradizionale

Se per la Generazione X, che comprende i nati tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80, la televisione era il principale canale per trasmettere annunci pubblicitari direttamente nelle case dei clienti, per i Millennials questa regola non vale più.

La tv non è più fondamentale come prima: oggi infatti si preferisce usare piattaforme come Netflix, che mettono a disposizione del proprio pubblico migliaia di titoli di film, serie tv e documentari in cambio di un compenso mensile o annuale irrisorio.

La comodità che ne deriva per chi le utilizza è evidente: puoi guardare quello che vuoi, quando vuoi, dove vuoi e, naturalmente, senza interruzioni pubblicitarie.

Sempre meno Millennials decidono di acquistare un televisore, preferendo connettersi ad internet e trovare i contenuti che cercano online: molto più veloce, pratico e facile.

Quella che era la pubblicità tra primo e secondo tempo di un film, può essere oggi paragonata agli annunci di una manciata di secondi che precedono ad esempio i video di YouTube, che in ogni caso sono mal sopportati dai Millennials.

Gli annunci che non danno la possibilità di essere saltati oppure i comunissimi pop-up sulle varie pagine web, irritano il Millennial che sta navigando online, non lo stupiscono più, non lo affascinano.

Questa repulsione verso il marketing tradizionale ha una spiegazione: i Millennial sono stati bombardati con annunci pubblicitari via radio, giornali e televisione fin da quando sono nati e sono ormai immuni a questo tipo di comunicazione, quasi come se il loro patrimonio genetico si fosse modificato per ignorare questi annunci.

Esiste quindi una forma di marketing che possa mettere in contatto aziende e Millennials?

La risposta è sì.

Torna all'indice↑

Inbound marketing per i Millennials

Per quanto detto prima, sembrerebbe che i Millennials siano completamente irraggiungibili e fuori dal raggio delle strategie di marketing, ma questo non è vero.

L’inbound marketing rappresenta l’opportunità di allineare le due parti, mettendole su un piano quasi identico.

I Millennials sono stati oggetto di così tante campagne marketing nell'arco della loro vita, che hanno imparato a riconoscerne i principi. Hanno inoltre bisogni che i più giovani non hanno, e generalmente parlando non sono più tanto disposti a gettare soldi al vento.

Sanno che dietro ogni influencer c'è un business, sanno che dietro gli articoli di un blog c'è quasi sempre un intenzione economica, sono in definitiva molto più consapevoli di quelli nati prima e dopo di loro. 

Sembrerebbero una bella gatta da pelare per ogni marketer.

Quel che è certo è che l'autenticità dell'offerta e dei contenuti, la qualità dei prodotti e l'umanità mostrata dall'azienda sono elementi ai quali persino i Millennials non possono resistere.

Contenuti autentici

La maggioranza dei Millennials preferisce leggere contenuti autentici, scritti da altri utenti, il cosiddetto UGC (User Generated Content), scritto e caricato online da persone che, senza un secondo fine, recensiscono prodotti, servizi ed esperienze in maniera spontanea e libera da condizionamenti.

Questa autenticità è ciò che piace maggiormente, perché si sa che si sta leggendo una recensione genuina e non dettata da strategie di marketing per attirare nuovi clienti.

Lo UGC ha la capacità di influenzare molto le scelte di consumo dei Millennials, che si affidano alle sensazioni e alle percezioni di terzi riguardo ad un dato prodotto che suscita il loro interesse, prima ancora di comprare e provare quello stesso prodotto.

Sharing economy

Sharing significa condividere, quindi significa anche comunità, gruppo e, in un certo qual modo, famiglia. Già abbiamo detto di quanto il gruppo e la famiglia siano importanti per i Millennials, e questo è riscontrabile non solo sui social media, dove l’opzione condividi è ben conosciuta da tutti, ma nella vita di tutti i giorni, quindi anche nei processi di acquisto e consumo.

I Millennials preferiscono condividere piuttosto che possedere alcuni oggetti o servizi, basti pensare al successo di Airbnb o di BlaBlaCar, che con 75 milioni di utenti in tutto il mondo, è in cima alla classifica nella sua categoria.

Ci sono poi alcune scelte di acquisti che i Millennials non farebbero mai senza prima leggere blog, recensioni di altri clienti o senza il consiglio di un esperto; ad esempio, dove prenotare una vacanza, volo e albergo, oppure quale ultimo ritrovato tecnologico comprare.

Fauxsumerism

Neologismo coniato per descrivere il comportamento d’acquisto dei Millennials, il Fauxsumerism è un mix di francese e inglese che sta ad indicare “falso consumismo”. Perché falso? Perché in realtà, quello che più piace ai Millennials dello shopping è la ricerca interminabile di prodotti da accumulare in wishlist, cartelle di preferiti e in carrelli che mai verranno chiusi.

L’esperienza di aggirarsi virtualmente tra i prodotti che un’azienda ha da offrire è per questo target più soddisfacente dell’acquisto vero e proprio, una forma di divertimento.

Questo non significa che non si concluderanno mai acquisti online coi Millennials, ma al contrario diventa essenziale per le aziende far sì che il proprio eCommerce rispecchi la vera esperienza d’acquisto che una persona trova nel negozio fisico, ammesso che se ne abbia uno.

Importante è anche ottimizzare il proprio sito web perché sia in cima alla lista dei risultati dopo una ricerca in internet, dal momento che spesso chi cerca online un negozio locale ha poi alte probabilità di recarsi di persona in quel dato negozio e, talvolta, il cliente può usare i social media o una comune ricerca online per confrontare i prodotti e i loro prezzi proprio mentre sta vivendo l’esperienza di acquisto.

Usare il linguaggio dei clienti

Quando si ha una conversazione con qualcuno, la prima cosa che ci dà informazioni su quella persona è la maniera in cui parla: la cadenza, l’accento, il tono e i termini.

Nella comunicazione di marketing, per i primi tre elementi esistono evidenti barriere, mentre per i termini che vengono usati non ci sono limiti: a seconda del gergo usato per il marketing, i Millennials potranno sentirsi più o meno a loro agio.

La decisione di stare al passo coi Millennials attraverso il modo in cui parlano ha aiutato molto l’americana Taco Bell, che grazie ad un team di impiegati ventenni, ha sfruttato la conoscenza che questi avevano dell’ambiente in cui vivono normalmente e ha permesso a impiegati meno giovani di apprendere qualcosa che permetta di capire meglio questa generazione così particolare.

In effetti, i Millennials accettano molto meglio l'uso dello slang da parte delle aziende rispetto ai loro predecessori, ma anche in questo caso è bene non eccedere perché altrimenti si rischierebbe di risultare poco professionali.

Coinvolgere i Millennials

Essendo i Millennials sostenitori di gruppi, famiglie e di UGC, l’inbound marketing migliore è quello che ne permetta un coinvolgimento capace di fondere insieme tutte le variabili.

Per questo tipo di clienti, la co-creazione a fianco dell’azienda diventa fondamentale, una qualità che potrebbe far guadagnare all’azienda la fiducia di quei clienti così difficili da conquistare.

Permettere ai Millennials di interagire attivamente con l’azienda tramite i forum aziendali, i social media o qualsivoglia piattaforma, tramite qualsivoglia contenuto, che sia un meme, una foto o un video in diretta, lascia spazio alla creatività dei clienti, spesso facendo ottenere all’azienda stessa numerosi vantaggi: possono infatti generarsi degli innovativi spunti per nuovi progetti. Senza contare la soddisfazione e l’orgoglio del cliente nel vedere la sua idea sviluppata e portata alla luce.

Alcune aziende permettono addirittura ai propri clienti di personalizzare i prodotti come questi desiderano, dando così all’utente libertà di scelta e allo stesso tempo un motivo in più per affezionarsi all’azienda.

Un’altra forma di coinvolgimento dei clienti sta nella presenza aziendale sui social media: è fondamentale avere profili social sulle varie piattaforme oggi più in uso, da Facebook a Instagram a YouTube.

Non è però la presenza che da sola fa capire ai clienti che l’azienda è aperta al dialogo coi Millennials, ma la presenza attiva è la vera condizione necessaria.

Rispondere ai commenti, condividere i contenuti dei clienti in cui si parla dell’azienda e dei suoi prodotti, risolvere i vari problemi che gli utenti possono incontrare, far sì che tutte le sezioni online del sito web aziendale siano curate e adatte alla navigazione da dispositivi mobili è quello che più invoglia i Millennials a interagire e ad impegnarsi con un brand a lungo termine.

Influenzare i Millennials

Se prima abbiamo detto che i Millennials si lasciano influenzare maggiormente dai loro pari, come può un’azienda avere un effetto efficace su di essi? Attraverso figure tanto care ai Millennials: i cosiddetti influencer.

A partire dal settore del make up, arrivando a quello del food, della moda e dei viaggi, il web è pieno di personaggi più o meno famosi, più o meno seguiti che si dedicano ad attività diverse, usando prodotti o vivendo esperienze che vengono loro offerti dalle varie aziende in cambio di una menzione del prodotto o del brand (o di entrambi) nel loro blog, post, storia, o video.

Ingaggiare un influencer con un grande seguito di fan per la propria campagna pubblicitaria online è oggi un investimento che ben presto darà i suoi frutti, nonostante queste figure siano ancora relativamente nuove, ma con l’utilizzo sempre maggiore di internet e coi suoi tempi velocissimi, se non si progetta una strategia di influencer marketing si potrebbe rimanere facilmente indietro.

Basti pensare che, nel 2017, più del 76% delle aziende nei settori moda, oggetti di lusso e cosmetici ha usato questo tipo di comunicazione prendendo come target proprio i Millennials, con risultati non indifferenti:

  • Più dell’89% di coloro che hanno adottato queste strategie ritengono che l’influencer marketing sia utile per aumentare la brand awareness, cioè la conoscenza del brand
  • Più del 73% sostiene che l’influencer marketing aumenti la fedeltà alla marca.
  • Il 69% dice che l’influencer marketing porta all’aumento delle vendite

Questo ultimo dato è poi fondamentale per quanto riguarda i Millennials, che, come abbiamo detto, compiono acquisti anche in base a quello che vedono scorrendo sui profili o fra le storie dei propri influencer preferiti.

Non è un caso che Chiara Ferragni, oggi con quasi 17 milioni di follower su Instagram, nel 2015 sia entrata nella classifica “30 under 30” di Forbes posizionandosi al 27° posto.

Impegno per il sociale

Nati in un’epoca critica per svariati aspetti, i Millennials sentono sulle loro spalle la responsabilità per il mondo di domani e cercano perciò di migliorare quello di oggi.

Questo atteggiamento di impegno sociale e ambientale spinge i Millennials a preferire prodotti e brand che appoggiano cause di interesse comune, che non hanno come unico obiettivo quello di spremere fino all’osso le tasche dei propri clienti.

Vengono apprezzate strategie di CSR (Corporate Social Responsibility), cioè di impegno sociale, che vanno a vantaggio dei lavoratori, della comunità locale, della qualità delle materie prime, della protezione degli animali e dell’ambiente.

Queste strategie possono risultare anche abbastanza costose per l’azienda, ma è proprio con la Generazione Y che si sta iniziando ad avere un occhio di riguardo per la realtà che ci circonda, quindi è quasi certo che le future generazioni saranno sempre più sensibili ad acquistare e a fidelizzarsi a brand che mostrano il loro impegno in vari ambiti di interesse pubblico.

L’inbound marketing ottimale sarebbe quello che tiene in considerazione il maggior numero di punti elencati sopra, senza però sforzarsi di accontentare tutti i clienti a tutti i costi, poiché mantenere un’identità che possa durare nel tempo e che non cambi al cambiare delle mode è comunque fondamentale: sarebbe il comportamento naturale di una persona, e i Millennials si approcciano molto meglio ad una persona che non ad un brand.

Torna all'indice↑

Se vuoi coinvolgere i Millennials, pensa come loro

Abbiamo visto come non sia affatto semplice sviluppare una strategia di marketing che riesca a coinvolgere profondamente i Millennials. Questo perché i Millennials sono tra i pubblici più esigenti per un’azienda: vogliono sentirsi protagonisti e al contempo essere sempre liberi di scegliere valide alternative.

Fare marketing per i Millennials significa creare strategie fondate sulla flessibilità e sulla collaborazione e che siano già dal principio pensate in ottica omnichannel, ovvero finalizzate a creare coinvolgimento su diversi livelli e attraverso diversi media.

Questo perché, come abbiamo visto, i Millennials sono cresciuti con le nuove tecnologie: hanno iniziato a navigare su internet da un computer, hanno poi abbracciato la rivoluzione mobile integrando nuovi comportamenti ma senza mai abbandonare del tutto l’esperienza desktop.

La tecnologia, le piattaforme tecnologiche e i modelli di comunicazione non hanno segreti per questa generazione.

Per i marketer sono quindi un pubblico difficile da convincere e da coinvolgere: i Millennials cambiano i loro gusti molto facilmente e sono molto più inclini a rivedere le proprie posizioni circa un argomento o un brand di qualsiasi altra generazione.

Sono una generazione continuamente connessa e che utilizza internet per ogni acquisto, anche per quelli off-line, e quindi hanno una conoscenza degli strumenti di digital marketing a volte superiore a quella degli stessi marketer.

Sta a te fare in modo che questi tratti caratteristici diventino un’opportunità per la tua campagna di marketing piuttosto che una minaccia. Seguendo le indicazioni che hai letto in questo post hai sicuramente delle frecce in più al tuo arco. 

Come abbiamo visto, le chiavi per avere successo con i Millennials sono molteplici, e anche se impegnative per un’azienda daranno sicuramente i loro frutti sul lungo periodo.

 

 

Stai cercando un partner per le tue campagne di marketing?