L’attention economy: definizione, strategie e possibili sviluppi

Daniel Casarin

Pubblicato da Daniel Casarin

Cover: L’attention economy: definizione, strategie e possibili sviluppi
Che cos’è l’attention economy e in che modo influenza i nuovi media? L’attenzione è un bene prezioso e limitato. Per millenni l’uomo ha avuto un accesso piuttosto limitato alle informazioni, mentre oggi, con l’evolversi dei nuovi mezzi di comunicazione, ne è letteralmente sommerso. È sufficiente una connessione ad internet per reperire in brevissimo tempo una notevole mole di informazioni di qualsivoglia genere. Eppure la potenza dei processi mentali dell’uomo e il numero di minuti che compongono la sua giornata sono sempre gli stessi.


Punti chiave dell'articolo:

  • La rapida crescita delle informazioni causa un depotenziamento dell’attenzione. Più veniamo quotidianamente bombardati da informazioni e pubblicità, meno riusciamo a concentrarci su di esse
  • Saranno sempre maggiori le risorse investite per creare pubblicità capaci di catturare e conservare l’attenzione umana
  • È sempre più necessario, per meritare l’attenzione del pubblico, essere genuini e onesti, soprattutto in un periodo in cui siamo stati a lungo bombardati e disorientati da contenuti legati alla crisi

 

Si potrebbe dire che oggi il fattore limitante non è più l’informazione, ma l’attenzione. Attualmente, i servizi e i prodotti digitali competono per ottenerla in misura sempre maggiore degli utenti. 

La rapida crescita delle informazioni causa un depotenziamento dell’attenzione. Più veniamo quotidianamente bombardati da informazioni e pubblicità, meno riusciamo a concentrarci su di esse. 

È quindi necessario, per chi voglia imporsi sul mercato, riuscire a far sentire la propria voce nel mare magnum dell’odierna comunicazione, emergendo e distinguendosi dalla massa. 

Stanti queste premesse e necessità, la moderna economia ha inaugurato un campo di ricerca che orienti il proprio sforzo allo studio delle possibilità dell’attenzione umana e del come i prodotti immessi sul mercato possano in qualche modo catturarla.  

Ecco di cosa ci occuperemo in quest’articolo:

 

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Che cos’è l’attenzione?

Prima di procedere oltre andiamo a definire il concetto di attenzione. Termine quanto mai denso di significati, cercheremo di circoscriverlo in maniera univoca e utile al nostro ambito di ricerca. 

L’attenzione si riferisce all’applicazione o concentrazione della mente e dei sensi su una serie di stimoli che stiamo percependo e su cui decidiamo di focalizzarci a discapito di altri che lasciamo invece in secondo piano. 

Per chiarire meglio il concetto di attenzione possiamo chiamare in causa l’espressione inglese “pay attention”, dove il verbo pay (pagare) ben evidenzia la natura esclusiva dell’atto del prestare attenzione. 

Se offriamo la nostra attenzione a qualcosa ne spendiamo temporaneamente una certa quota, che non potrà chiaramente essere applicata ad altro. 

Tutte le teorie circa l’attenzione umana concordano sul fatto che questa facoltà umana possieda una capacità limitata

Dovrebbe ora risultare più chiaro come mai l’attenzione rappresenti oggi, nell’ambito del marketing ma non solo, un bene tanto prezioso. 

E se nei secoli scorsi le speranze di arricchirsi si concretavano in attività leggendarie ed avventurose quali la corsa all’oro, nell’epoca digitale i beni da conquistarsi sono meno concreti ma non di più facile reperimento. I nuovi pionieri non cercano pepite, ma l’attenzione della gente. 

Come scrisse nel 1997 Michael H. Goldhaber, l’economia globale si sta spostando da una “material-based economy” ad un’economia basata sulla capacità di attenzione umana. 

Si può dire che l’attenzione sia oggi alla stregua di una valuta e che gli utenti paghino un prodotto o servizio attraverso di essa. 

L’obiettivo è attualmente quello di convincere gli utenti a trascorrere più tempo possibile su un’app o su un sito web.

 

Tutte le teorie circa l’attenzione umana concordano sul fatto che questa facoltà umana possieda una capacità limitata. 

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Le radici dell’attention economy

Anche se l’attention economy rappresenta un campo di ricerca relativamente recente e la sua teorizzazione è contemporanea, le sue radici teoriche affondano molto indietro nel tempo

Per addentrarsi al meglio nella natura e nell’evoluzione storica dell’attention economy vi consigliamo il testo del 1997 di Goldhaber, dal titolo: “The Attention economy and the Net”. 

Anche se il termine attention economy non è stato creato direttamente dall’autore ma dall’economista, psicologo cognitivo ed informatico Herbert A. Simon, il saggio ci consente di capire da dove deriva e quali sono le sue implicazioni.

 

Un’ipotesi storica per l’attention economy

Le premesse per la nascita dell’attention economy, secondo Goldhaber, si sarebbero poste a seguito della frattura storica tra un’economia di tipo feudale ed un’altra di matrice capitalistica

La traumatica transizione avrebbe svuotato la nobiltà, nei secoli sempre più ricca, dominante e prestigiosa, di una reale funzione od importanza all’interno della società. L’economia capitalistica avrebbe quindi rilanciato l’idea della necessità di possedere beni materiali, unico termometro del benessere dell’individuo e di conseguenza della società. 

Il prestigio e i titoli passano, i beni materiali restano. 

Il problema, attualmente, risiede nel fatto che il denaro è diventato un qualcosa di astratto, un numero tra gli altri.

Quando sentiamo parlare del contratto milionario di un calciatore, ad esempio, ne restiamo particolarmente impressionati, addirittura elettrizzati, quasi come se fossimo attratti dai beni materiali in misura maggiore che in qualunque altro momento del nostro quotidiano. 

Allo stesso modo, però, essendo diventati i numeri dell’economia non altro che un valore tra i molti, possono perdere la nostra attenzione alla stessa velocità con cui l’hanno catturata.

Secondo Goldhaber tutto questo non farebbe presagire nulla di buono per le sorti dell’economia, in quanto il nostro interesse nel denaro sarebbe diventato capriccioso, volatile e superficiale. 

Che parlare di denaro oggigiorno non sia altro che enumerare una serie di dati tra i tanti, capaci di attrarci in fretta e altrettanto in fretta di annoiarci o respingerci, è un segno di decadenza dell’economia monetaria e, in ultima analisi, terreno fertile per la nascita di un approccio al marketing che punti prima di tutto ad “acquistarsi” la nostra attenzione.

 

Citazione: Si può dire che l’attenzione sia oggi alla stregua di una valuta e che gli utenti paghino un prodotto o servizio attraverso di essa.

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Attention economy e video: come catturare l’attenzione degli utenti 

I video sono diventati uno dei campi di battaglia più battuti per catturare l’attenzione degli acquirenti, scatenando una vera e propria corsa agli investimenti tra le aziende di media e comunicazioni (lo abbiamo già approfondito in questo contenuto: Video marketing nella nuova era digitale del post COVID-19).

Aziende come AT&T, Comcast e Disney stanno investendo miliardi per costruire nuove piattaforme streaming D2C (direct-to-consumer). Questo consente loro di sviluppare nuove relazioni con i clienti supportandoli in molte attività.

Ma la concorrenza per l’attenzione degli acquirenti si estende oltre il solito ambito dello streaming. 

Un’ampia gamma di concorrenti (detti “attention challengers”), tra cui compaiono i social media e le società di gaming, stanno catturando in misura sempre più ampia l’attenzione degli acquirenti. Non è un caso se il CEO della Netflix, Reed Hastings, illustra agli investitori: “Competiamo più con Fortnite che con HBO”.

Se vuoi spuntarla nell’attention economy devi sviluppare una strategia che fornisca ai tuoi clienti non solo contenuti accattivanti, ma anche un’esperienza differenziata.

Cosa intendiamo con esperienza diversificata? 

Prendiamo ad esempio Instagram. Il social network è stato acquisito da Facebook nel 2012 per 1 miliardo di dollari. Instagram ha differenziato la propria esperienza consentendo alla creatività degli acquirenti e degli influencer di generare e condividere contenuti in modo assolutamente unico.

Questa differenziazione, insieme al suo approccio mobile-first e a un design stuzzicante, ha aiutato Instagram a raggiungere 1 miliardo di utenti al mese.

Le esperienze differenziate stanno anche favorendo il successo di giochi come Fortnite, Animal Crossing, New Horizons, o social network come TikTok, che offrono, come abbiamo visto, esperienze uniche e accattivanti. Questi prodotti possono essere sociali, giochi o app fotografiche.

Al centro della propria strategia, questi servizi di streaming devono dunque offrire esperienze personalizzate che tengano in considerazione le esigenze e i desideri degli acquirenti. Questo permetterà loro di catturarne l’attenzione.

 

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Come catturare l’attenzione degli utenti: le 5 dimensioni dell’esperienza

I punti di forza dei servizi streaming per catturare l’attenzione degli utenti dovranno essere cinque:

1. Ubiquità

Ovvero consentire agli acquirenti di interagire con la tua piattaforma da qualsiasi dispositivo, sempre e ovunque al prezzo più basso possibile. 

Questo include certamente alcune sfide. Uno dei principali motivi del successo di Fortnite è che è accessibile e interattivo da qualunque dispositivo.

2. Personalizzazione

Consente alle piattaforme di personalizzare le esperienze dei singoli utenti su larga scala. 

Molti attori nell'economia dell'attenzione raggiungono questo obiettivo attraverso l'uso di algoritmi, come il sistema di definizione dei contenuti di TikTok. 

Questi algoritmi aiutano a gestire enormi raccolte di contenuti: molti videogiochi offrono cosmetici, abiti o altro che consentono agli utenti una forma di espressione personalizzata all'interno del mondo virtuale di riferimento. 

Le personalizzazioni possono essere monetizzate attraverso, ad esempio, acquisti in-app.

3. Utilizzo dei social network 

Aiutano le interazioni utente-utente all’interno dei social network. Reimmaginare le piattaforme di streaming per implementare questi tipi di funzionalità sarà essenziale per competere nell'economia dell'attenzione. 

Gli utenti possono seguire l'attività degli altri, sfogliare contenuti "live" in tempo reale, partecipare a sondaggi interattivi per determinare le preferenze di visualizzazione e i consigli all'interno di un gruppo di utenti. 

Gli utenti possono pubblicare playlist tematiche o sfogliare flussi di contenuti curati da amici e influencer.

4. Realtà aumentata

Alcuni esempi di questo approccio includono lo sviluppo della NFL di Next Gen Stats Live, o la gestione delle scommesse in tempo reale tramite piattaforme come FOX Bet. 

Man mano che brand e piattaforme implementano strategie di realtà aumentata, ci si può aspettare una maggior interazione tra brand ed esperienze. 

Ancora una volta, Fortnite è all'avanguardia, ospitando concerti dal vivo in-game e collaborando con brand come Star Wars e Marvel per potenti esperienze di cross-over.

5. Stimolare la creatività degli utenti 

Come dimostrato da Instagram e TikTok, consentendo agli acquirenti di creare e condividere contenuti originali si può produrre un enorme valore sia per gli utenti che per la piattaforma

Le capacità creative di alcuni brand hanno generato economie completamente nuove. 

World of Warcraft ha mostrato come gli utenti siano contenti di pagare in contanti nuove features per il personaggio, statistiche aumentate o potenti oggetti in-game che normalmente si otterrebbero in molto tempo. 

Attualmente non esiste una valuta nativa digitale per facilitare le transizioni economiche in queste nuove economie.

 

Infografica: Come catturare l’attenzione degli utenti: le 5 dimensioni dell’esperienza

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Attention economy e gamification: come mantenere alto il livello di coinvolgimento degli utenti

L’attention economy si manifesta oggi sul web in maniera più o meno smaccata ma uniforme. Diverse strategie sono state testate negli ultimi anni per raggiungere alti livelli di coinvolgimento degli utenti, e una tra le più efficaci è risultata essere quella della cosiddetta gamification

Il meccanismo è tanto semplice quanto funzionale. Si tratta di trasferire la logica della ricompensa tipica del gioco su medium che non sempre hanno a che fare con esso, come ad esempio le app. 

Il fine è quello di stuzzicare l’utente attraverso l’utilizzo di ricompense uniche, traguardi di vario genere e power-up, aumentando il coinvolgimento e cercando di fargli acquistare servizi o prodotti che non acquisterebbe altrimenti. 

Sentiamo il bisogno di storie e contenuti persuasivi per far sì che un qualcosa ci catturi, la necessità di uno storytelling che non si limiti a raccontarci qualcosa, ma che ci permetta di interagire in qualsiasi modo con l’oggetto del marketing. 

La gamification offre alla nostra attenzione tutto questo, rendendoci assai recettivi e disposti a spendere del tempo su un servizio o prodotto.  

 


Approfondisci l'argomento con i contenuti più informativi sulla gamification:


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4 Caratteristiche che un contenuto deve possedere per attirare l’attenzione dell’utente

Kevin Kelly, esperto di cultura digitale, ha individuato le 4 caratteristiche che un contenuto deve possedere per attirare l’attenzione dell’utente, anche se, come vedremo, questo non porta automaticamente ad incrementare la propensione all’acquisto da parte di quest’ultimo.

Le caratteristiche più importanti individuate da Kelly sono:

1. L’immediatezza 

Il contenuto deve procurare un accesso rapido e prioritario all’informazione. Il New York Times ha ideato ad esempio un originale sistema di notifiche per le breaking news. È così possibile accedere con un click ad un paywall che filtra le notizie.

2. La personalizzazione

Il contenuto deve essere tagliato su misura per un certo target di utenti.

Si è assistito negli anni ad un calo di interesse nei confronti di contenuti eccessivamente generici e ad un aumento dell’attenzione degli utenti nei confronti di post maggiormente mirati.

3. L’autenticità

Il contenuto non deve promettere quello che sa a priori di non poter mantenere, pena la delusione degli utenti.

4. L’accessibilità 

Il contenuto deve essere accessibile dove e quando l’utente lo richiede.

Questo dato ha più a che fare con il supporto tecnologico che si utilizza che non con il contenuto in sé, e si riferisce ad esempio alla velocità di loading delle pagine o alla capacità del tuo Kindle di leggere e inviare PDF.

 

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L’attention economy influenza davvero gli utenti?

Invece di mostrare apprezzamento attraverso il denaro, ovvero attraverso l’acquisto di un certo prodotto, molti attuali acquirenti mostrano apprezzamento e fedeltà ad un brand offrendo ad esso la propria attenzione.

L’equazione secondo cui un utente che acquista è anche un utente fidelizzato è corretta. Per questo motivo le aziende e i brand in primis hanno l'obiettivo di generare attenzione (di qualità) da parte dei propri utenti e potenziali clienti.

Per giudicare la fedeltà di un cliente le aziende ricorrono oggi a criteri meno tangibili, come per l’appunto il loro livello di attenzione.

Il modello aziendale su cui si basano molte realtà digitali ha oggi in larga parte a che vedere col pubblico. Molte delle strategie attuali mirano ad incrementare in maniera esponenziale il numero di potenziali clienti, anche se questi ultimi non dovessero pagare per le informazioni che ricevono.

Piattaforme che hanno sempre fatto affidamento su campagne pubblicitarie per sostenere la propria attività, hanno negli ultimi anni compreso che queste non sono più sufficienti.

Per capire quanto questa presa di coscienza sia stata ingente basti pensare che, all’inizio del 2019, il 9,5% dei pubblicitari di Vice Media, Buzzfeed News e HuffPost sono stati licenziati nel volgere di poche settimane.

Il pressoché improvviso esubero che si è dovuto andare a sanare è significativo del fatto che l’area del digital advertising è sempre più unilateralmente dominata da giganti come Facebook e Google, che garantiscono visibilità e riescono ad attirare in maniera efficace l’attenzione degli utenti.

Il caso Fortnite

Secondo alcuni l’attention economy starebbe morendo, per via del fatto che abbiamo sempre meno tempo per dedicare attenzione a qualcosa. 

C’è chi sostiene, quindi, che si stia perlopiù assistendo ad un graduale fallimento delle attuali strategie cattura-attenzione. Vi sono però, anche per i disfattisti più agguerriti, alcuni esperimenti che meritano una menzione, proprio perché riescono dove altri starebbero fallendo. 

Il videogioco Fortnite della Epic Games è attualmente il più giocato al mondo o, quantomeno, il più conosciuto. In quanto tale rappresenta un prodotto sostanziale dell’attention economy.

Fortnite è un videogioco online gratuito per smartphone, console e computer, con centinaia di milioni di fan e players in tutto il mondo. 

La sua modalità più nota si chiama Battle Royale: fino a 100 giocatori si danno battaglia su un territorio comune finché non ne resta solo uno. Il gioco è conosciuto come dinamico, allegro e persino buffo. Per queste sue caratteristiche Fortnite è diventato un vero e proprio fenomeno culturale.

Poi, un giorno e all’improvviso, è stato letteralmente risucchiato in un buco nero. Chi giocava in quel momento parla di un meteorite che avrebbe impattato l’isola facendola implodere su se stessa e, infine, scomparire. Un buco nero avrebbe risucchiato tutto al di fuori dei giocatori.

In contemporanea, su Twitter, Epic Games ha cancellato tutti i suoi precedenti tweet, lasciando esclusivamente quello che mostra il video in diretta del buco nero virtuale. 

Alcuni giocatori hanno nel frattempo scoperto che inserendo il codice Konami compare un giochino passatempo, ed altri hanno notato che attorno al buco nero comparivano di quando in quando alcuni numeri, il cui significato non è ancora del tutto chiaro.

Il black hole è chiaramente una mossa programmata da Epic Games, un perfetto e calzante esempio di attention economy funzionale e vincente. 

Il sito di videogiochi Polygon ha scritto: “Solo Fortnite poteva permettersi di creare un totale blackout”. L’esperto di videogiochi Rod Breslau ha parlato di “marketing pazzo e geniale”, che ha saputo generare “il più grande evento nella storia dei videogiochi”

Una strategia talmente poco ortodossa che rende persino impossibile giocare.

 

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Pericolo burnout: attenzione a non esagerare con l’assalto pubblicitario digitale

Secondo Cindy Goss, fondatrice e presidente di Propel Business Solutions, Inc., l’attention economy non sta andando benissimo. "In tutto il web, fornitori di servizi professionali, produttori e distributori, stanno corteggiando il proprio pubblico in modo più competitivo che mai. Ma le persone ormai non ascoltano più".

"Le aziende devono stare attente al burnout", continua.

Negli ultimi anni i big data hanno detronizzato il petrolio come il bene più prezioso al mondo. Ma così tanti bit hanno un costo, anche in termini di pazienza. 

Come suggerisce Goss, le persone si stanno ribellando a causa del sovraccarico. Uno studio del World Economic Forum afferma che: "Si stima che entro il 2025 verranno creati 463 exabyte di dati, l'equivalente di 212.765.957 DVD al giorno!"

La soluzione al burnout potrebbe risiedere nell’intelligenza artificiale. 

Sia gli acquirenti che gli esperti di mercato stanno infatti cominciando a rivolgersi all'intelligenza artificiale per contrastare l’assalto pubblicitario digitale.

Vuoi che il tuo messaggio raggiunga più persone? D’accordo, ma devono essere le persone giuste.

Mike Kaput del Marketing Artificial Intelligence Institute afferma che gli esseri umani sono abili a generare contenuti da vendere ad altri con una capacità uno-a-uno.

Secondo Kaput, i problemi si verificano quando i marketer provano a creare messaggi che si rivolgono a grandi gruppi di persone, ognuno con i propri gusti e valori individuali. "Gli esseri umani non hanno né tempo né risorse per farlo. Ma i sistemi di intelligenza artificiale lo fanno."

L’intelligenza artificiale può determinare la rilevanza di un contenuto per un individuo specifico e, da qua, per un gruppo di persone più ampio.

O forse la chiave per aver successo nell’economia dell’attenzione è riuscire a creare una combinazione di tecnologia e fattore umano, come sostiene Goss. 

Incontrare i clienti faccia a faccia, contattarli telefonicamente o via mail può favorire il coinvolgimento reale dei potenziali clienti. 

L'intelligenza artificiale può certamente svolgere un ruolo in questa tattica ibrida. 

Tornando al raggiungimento della pertinenza su larga scala, le aziende esperte possono rivolgersi ad algoritmi, unire ed elaborare i dati ottenuti anche attraverso metodi “analogici”. Ma, suggerisce Goss, sarebbe un errore consentire all’intelligenza artificiale di spersonalizzare i messaggi, i post e le email.

"Nell'era della correzione automatica – consiglia Goss - prendi in considerazione la possibilità di scrivere tu stesso l’email. Prendi il telefono e chiama la persona che desideri raggiungere. I risultati potrebbero sorprenderti”.

 

Quale futuro per l’attention economy?

Nonostante qualcuno ritenga che la maggior parte delle attuali strategie di attention economy uccidano il marketing più che potenziarlo, è abbastanza certo che la tendenza ad elaborare un designing imperniato sulla necessità di incrementare l’attenzione dell’utente sarà una delle grandi protagoniste del futuro prossimo del digitale

Saranno sempre maggiori le risorse investite per creare pubblicità capaci di catturare e conservare l’attenzione umana. 

Un esempio su tutti: la riproduzione automatica dei video e gli annunci pubblicitari che non possono essere saltati sono molto impopolari tra gli utenti, eppure in costante aumento e sempre più perfezionati. 

È bene prepararsi, la corsa agli armamenti per ottenere l’attenzione del pubblico è appena cominciata! 

Per intendersi sulla portata del processo in atto, basti pensare che molti tra i maggiori social network, tra cui Facebook, Instagram e Snapchat, hanno cominciato a testare l’efficacia della realtà aumentata in ambito pubblicitario

Di pari passo con l’evolversi delle strategie atte ad incrementare l’attenzione degli utenti, stanno andando via via emergendo delle riflessioni circa modo in cui si potrebbe costruire un’attention economy che potremmo definire “equitable”. 

Già oggi vi sono alcuni servizi che non vanno acquistati per forza col denaro, ma attraverso la visione di brevi spot pubblicitari. In questo caso ci viene permesso di usufruire di un servizio senza dover pagare, o meglio, pagando con la nostra attenzione. 

Esempio di questo nuovo approccio è ad esempio Spotify, che permette a chiunque la fruizione dei propri contenuti, a patto che si dedichi una quota d’attenzione temporalmente circoscritta ai contenuti pubblicitari che ci propone. 

 

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Attention economy: come catturare l’attenzione degli utenti nel periodo post COVID-19

La crisi globale causata dal COVID-19 ha prodotto picchi altissimi nel consumo di contenuti online. Inoltre, si è assistito ad un incremento notevole nell’utilizzo dei social media. 

Ora che molti paesi hanno allentato le misure prese per contenere il diffondersi della pandemia si è assistito ad un lento e provvisorio rientro a lavoro e a una maggiore libertà di viaggiare e socializzare. 

Si può dire che la vita sia tornata ad una qualche normalità, pur permanendo alcune precauzioni che ci accompagneranno probabilmente a lungo.

A seguito di tutto questo, si modificherà la maniera in cui i brand ricercheranno l’attenzione degli utenti?

È chiaro che la trasformazione digitale ha da tempo innescato un processo che è stato solo parzialmente accelerato dall’emergere del virus alla coscienza dell’umanità

È anche chiaro che in tempi di crisi tutto cambia ulteriormente e con maggior decisione. Le aziende hanno cominciato a chiedersi come poter essere più empatiche e in quale modalità inedita comunicare i propri valori. Tutto questo nella situazione incerta di non sapere cosa verrà dopo.

È sempre più necessario, per meritare l’attenzione del pubblico, essere genuini e onesti, soprattutto in un periodo in cui siamo stati a lungo bombardati e disorientati da contenuti legati alla crisi.

I tuoi post devono essere chiari e avere uno scopo. Oltre a promuovere il tuo prodotto o servizio, in un momento come questo i tuoi post devono imparare ad essere empatici.

Devi lavorare sull’emotività, sostenere i tuoi clienti, farli sorridere, pensare, intrattenerli o consentir loro di evadere per qualche istante dalla realtà quotidiana.

Devi favorire la socialità, in particolare in un momento in cui la gente esce meno, in cui gli individui sono in qualche modo distanziati.

Ma devi anche pensare a lanciare messaggi di speranza, in particolar modo ora che la pandemia è sempre più sotto controllo. Solo in questo modo potrai catturare l’attenzione del tuo pubblico e aumentare la tua audience.

Devi anche evitare di sfruttare l’hype del momento o fabbricare fake news esclusivamente per motivi economici.

Il caso di Jospeh Paul Watson mostra come gli attivisti politici possano usare gli hype dei media e le crisi globali per promuovere la propria agenda politica. 

Joseph Paul Watson è uno youtuber che il 24 gennaio 2020 ha pubblicato un video sul COVID-19 intitolato "bat soup". Oltre 783.000 persone hanno finora visualizzato questo video e più di 16.000 persone l’hanno commentato. 

Nel video, Watson racconta una storia che mescola fatti e finzione. Il fatto scientifico che il Coronavirus sia probabilmente stato trasmesso dai pipistrelli agli uomini è semplificato e riformulato in una narrazione culturale che si concentra sulla cosiddetta "abitudine del popolo cinese di mangiare zuppa di pipistrello."

I media digitali, in questo caso YouTube, consentono agli attivisti di raggiungere un vasto pubblico navigando l'hype del momento. Una rapida ricerca su "bat zuppa corona" mostra immediatamente il problema con le notizie spazzatura. Satura il dibattito pubblico, impedendo l'udirsi di storie più importanti.

La scala su cui operano i social media rende il controllo di questo problema di notizie spazzatura un affare complesso.

Un’azienda leader in Italia nella produzione e distribuzione di utensili in diamante per la lavorazione del legno si è rivolta ai professionisti di Adv Media Lab con l’obiettivo di migliorare l’offerta sui propri canali e riuscire a catturare e mantenere l’attenzione sulle diverse piattaforme.

Tramite redesign, content strategy, SEO e SEM e analisi delle performance tramite analytics, in dodici mesi di attività continua l’azienda ha visto un aumento del 290% di accessi al website e un ulteriore aumento del 135% nella durata della sessione media. 

La visualizzazione delle pagine all’interno del sito è aumentata con un conseguente aumento     di lead generati.

Tutto questo ha favorito un aumento del ROI di dodici volte.

I nostri esperti da più di dieci anni si occupano di casi come questo, offrendo consulenze alle aziende e raggiungendo insieme a loro risultati di estremo valore. 

Un successo che parte sempre dall’attenzione al e del cliente e dall’offerta di un’esperienza che si distingue dalle altre.

 


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