Startup e aziende si stanno rendendo conto dell’importanza di una crescita durevole e sostenibile. Questo aspetto diventa ancora più importante se l’azienda in questione è una start-up e quindi si parla di trazione. L’unica garanzia verso il successo è quella di avere un buon prodotto, una buona strategia di esecuzione e raccolta dati ed un team capace. Ma com’è possibile dare maggiore spinta e accelerazione?
Cos’è il growth hacking?
Partiamo da questo punto fondamentale: il tuo principale obiettivo come azienda, è quello di crescere in modo più o meno sostenibile.
Siamo tutti d'accordo su questo. E sì, di solito la crescita prende la forma di profitti e entrate.
L'intera ragione di esistere del tuo business ruota intorno al tuo sviluppo come azienda, ma nessuno è direttamente ed esclusivamente focalizzato su di esso.
Il growth hacking è un termine coniato nel 2010 da Sean Ellis e consiste nel rendere il processo di crescita di un'azienda parte integrante della tua strategia.
Il growth hacking (diviso tra growth hacking e sales hacking) descrive un processo per acquisire e coinvolgere utenti e clienti combinando gli strumenti di marketing e vendita tradizionali o digitali, con strumenti di analisi e tecnologie.
Il growth hacking è un mix di marketing creativo, sperimentazione, analisi dei dati, sviluppo web e automazione.
Ma non dobbiamo pensare subito ad eCommerce o a software SaaS.
Il miglior modo per capire cos'è il growth hacking è comprendere e conoscere la figura del growth hacker (o anche growth marketer o sales hacker).
L’obiettivo del growth hacker è far crescere (growth) il numero di prospect, lead, clienti e utilizzatori del proprio prodotto o servizio, pensando fuori dagli schemi (hacking).
Per farlo, però, non si limita ai tradizionali strumenti di marketing (o addirittura non li utilizza) ma il growth hacker sfrutta metodi innovativi per arrivare all'obiettivo prefissato, sviluppando nuovi framework e best practice e utilizzando strumenti, tecnologie, canali o qualsiasi media in grado di fargli raggiungere l'obiettivo prefissato.
Il growth hacking e nello specifico il growth marketing va oltre la parte superiore del (vecchio) funnel di acquisizione.
La viralità non è casualità ma processo e pianificazione.
Ryan Holiday
Il growth hacking è processo.
Il growth hacker può essere considerato il naturale prosecutore del marketing o sales specialist ed ha bisogno di conoscere perfettamente le diverse aree del marketing e sales e deve essere costantemente capace di andare oltre ciò che ha studiato o che è abituato a fare tutti i giorni.
La maggior parte delle strategie di growth hacking utilizzate da queste figure sono già usate dai marketers o sales, ma il growth hacker grazie alla sua preparazione è in grado di innovare e creare processi nuovi che possono portare risultati impressionanti in termini di risultato e soprattutto di trazione.
Mentre il marketing tradizionale si concentra sulla parte superiore della canalizzazione, l'account based marketing si concentra su aziende chiave (account), il growth hacking richiede di concentrarsi sull'intera canalizzazione dell'utente: dall'attrazione al mantenimento.
Trazione
La trazione è la capacità di un’azienda di fare presa sul mercato e guadagnare visibilità.
Avere un’ottima trazione per un’azienda significa prevenire o minimizzare il rischio di puntare e investire tutto sui canali tradizionali ma meno performanti.
Il growth hacking è caratterizzato da una forte base analitica e scientifica o meglio sulla conoscenza dei fruitori attuali e sulla comprensione della loro esperienza con il prodotto/servizio (come lo hanno conosciuto? Quando lo hanno adottato?).
Si passa al processo di creazione e innesco che consiste nell'effettuare tante piccole modifiche a campagne e strumenti di comunicazione testandole in modo iterativo.
Questi piccoli cambiamenti potrebbero portare dei miglioramenti (o dei peggioramenti) del coinvolgimento e del mantenimento degli utenti, oltre che un aumento di traffico di qualità.
In questo modo sarà possibile decidere quale soluzione e strategia è più adatta al prodotto offerto e correggere gli errori commessi senza dover affrontare costi elevati.
Gli obiettivi del growth hacking possono essere diversi ma il significato è che più ci si focalizza su uno specifico obiettivo e aspetto della crescita e più si colpisce il segno.
Tutto parte dal prodotto e dal servizio offerto
Perché il processo di growth hacking abbia successo è necessario che il prodotto offerto sia valido sotto tutti i punti di vista per non incorrere in “fiammate” di passaparola negativo ma che soprattutto abbia un pubblico pronto ad acquistarlo (per questo una fase di user research molto spesso si presenta come fondamentale ad una crescita sostenibile).
Il primo passo è quello di testare la propria strategia di generazione di visibilità su piccola scala per poi allargarla se si ottengono i risultati prefissati.
Ogni prodotto, servizio, azienda e organizzazione, ha bisogno di una strategia ideata su misura, per questo non è possibile seguire il percorso fatto da altri.
Solo grazie alla continua sperimentazione di nuovi metodi è possibile migliorare il tasso di crescita, i profitti e la competitività dell’azienda.
Cosa fa un growth hacker?
Un growth hacker traccerà innanzitutto tutti i dati riguardanti il prodotto/servizio e le campagne eseguite, effettuerà test multivariati. Si occuperà di progettare e testare contenuti e web design, troverà nuove strade per promuovere il prodotto e soprattutto per ottimizzare il tasso di conversione, riportando e motivando al team di gestione i punti deboli o i colli di bottiglia.
Se necessario il growth hacker può progettare e attivare piccole campagne di paid advertising ma, in caso di budget ristretto, troverà soluzioni alternative per portare traffico di qualità verso il proprio website o piattaforma web.
I growth hacker tendono ad essere ossessivi sui dettagli, curiosi e analitici:
- Chi si occupa di growth hacking si concentra esclusivamente sulle strategie correlate alla crescita aziendale
- I growth hacker ipotizzano, stabiliscono priorità e testano strategie innovative finalizzate alla crescita e osservano cosa funziona e cosa no misurando il successo e la scalabilità della crescita
Strategie di growth hacking
Il growth hacking è una scienza ed è composta da step ben definiti.
Solo in questo modo è possibile rendersi conto dei risultati ottenuti e dei problemi riscontrati in ogni fase del processo e apportare le dovute modifiche tempestivamente (un po’ come avviene nel lean marketing).
Approfondisci l'argomento con questa guida.
Growth hacking: processo di implementazione
Gli step fondamentali in un processo di growth hacking sono 6:
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Identificare obiettivi perseguibili. Focalizzando gli sforzi su obiettivi circoscritti sarà più facile misurare in maniera esatta i risultati. Se l’obiettivo risulta troppo ampio, i dati rilevati risulteranno poco significativi e non saranno in grado di fornire un quadro completo della situazione. L’obiettivo del growth hacker non sarà quindi quello di aumentare il numero di utenti attivi giornalieri, piuttosto sarà quello di aumentare la produzione di contenuti che favoriscano un aumento del tasso di ritorno sul sito, aumentando così il numero di utenti giornalieri attivi.
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Implementare strumenti di analisi. Senza una giusta misurazione, gli obiettivi prefissati perdono di significato in quanto non si ha la certezza che essi siano stati raggiunti. Inoltre adottando sistemi di analisi adeguati è possibile raccogliere dati in grado di fornire indicazioni anche su altri aspetti della strategia adottata o su eventuali obiettivi da perseguire in futuro.
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Fare leva sui propri punti di forza. In questo modo sarà possibile ottenere risultati impressionanti facendo degli sforzi minimi. Se, ad esempio, una startup ha un database di contatti molto ampio e riesce a creare newsletter in tempi brevi le converrà puntare su questo tipo di comunicazione, in caso contrario potrebbe essere più conveniente puntare sul altri metodi.
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Sperimentare. Il primo passo è quello di fare un’ipotesi sul risultato dell’esperimento, esso potrà essere confermato o smentito. In entrambi i casi il passo successivo è quello di analizzare i dati per capire eventuali discostamenti o margini di manovra. Il processo di sperimentazione richiede tempo e coordinamento interno, le difficoltà saranno molteplici, i primi dati raccolti potrebbero essere scoraggianti, ma i risultati finali offriranno spunti rilevanti per una corretta strategia di growth hacking.
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Ottimizzazione dell’esperimento. Esistono due modi per farlo. Il primo consiste nel separare il campione di utenti su cui viene fatto l’esperimento. In questo modo sarà possibile vedere i reali effetti della campagna sperimentata comparandoli con quelli dei procedimenti seguiti solitamente. Il secondo metodo è quello di effettuare A/B test che permettano di individuare la soluzione più congeniale. In entrambi i casi è molto importante non abbandonare l’esperimento prima che vi siano risultati che mostrino con evidenza che quelli che erano ritenuti punti di forza in realtà non lo sono.
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Iterare il processo corretto. Ripetere il processo con un nuovo esperimento o ottimizzando quello già testato. La sostenibilità della crescita è dettata dal numero di esperimenti che si è in grado di mettere a regime e rendere sostenibile.
Sintesi del processo di implementazione del growth hacking
- Identificazione del proprio product-market fit
- Definizione dei componenti critici
- Implementazione dei processi di sperimentazione rapida
- Sviluppo di un playbook, iterazione e scalabilità
Pronto per un test e capire se la tua organizzazione è pronta a scalare?
Il funnel (o flywheel) nel growth hacking
Una volta creato un prodotto, l’obiettivo principale diventa quello di portare traffico effettivamente interessato alle sue caratteristiche e funzionalità.
Dato che questi flussi variano costantemente a seconda del prodotto e del pubblico di riferimento è utile creare un funnel attraverso cui monitorare ed analizzare i rapporti che intercorrono tra azienda e target.
Parlando di growth hacking non si può non citare "Il funnel dei pirati" di Dave McClure come ricetta per la crescita. Ci riferiamo all'acquisition, activation, retention, referral, e revenue (AARRR).
Altre tipologie di framework includono la sensibilizzazione (awareness) come elemento chiave del growth hacking.
In entrambi i casi, il punto è ottenere traffico profilato e trasformare i visitatori in utenti e mantenere tali utenti come clienti soddisfatti.
I benefici dati dalla creazione di un funnel (anche minimo) nel growth hacking sono molteplici, ecco i principali:
- Individuazione dei colli di bottiglia nel flusso di utenti grazie all'uso di strumenti di analisi adatti in ogni fase del funnel.
- Identificazione di nuove tecniche di growth hacking da utilizzare per gestire i colli di bottiglia e del traffico generale.
- Miglioramento del tasso di ritenzione in ogni fase.
- Miglioramento della flessibilità grazie alla possibilità di adottare un approccio lean che permetta all'azienda di procedere per piccoli step e apportare i cambiamenti dovuti.
L’obiettivo principale del funnel nella fase iniziale è quello di ottenere visitatori. Ci sono tre metodi per farlo: strategie pull, push e prodotto.
In questa fase parliamo di visitatori in quanto questi ultimi non hanno ancora instaurato alcun tipo di relazione né con l’azienda né con il prodotto offerto. Il funnel completo può essere diviso in 3 fasi:
- Acquisizione
- Attivazione
- Mantenimento
Ogni fase di questo processo è importante per la crescita e richiede capacità differenti.
Ecco dei contenuti interessanti di alto valore sul tema del growth hacking:
- Come diventare un growth hacker: intervista a Raffaele Gaito
- Startup Marketing: le giuste chiavi per la crescita secondo Alessia Camera
- Come fare growth hacking nelle PMI
Acquisizione - Attract
L’obiettivo di questa fase è quello di attrarre visitatori. Per farlo possono essere utilizzati diversi metodi riconducibili a due macro categorie: push e pull.
Tra le attività push troviamo le pubblicità a pagamento e le collaborazioni con altre aziende (non concorrenti) per scambio di azioni pubblicitarie e promozionali. In questo caso il visitatore è quasi costretto ad arrivare sul nostro website uscendo dal contesto in cui si trovava precedentemente.
Un esempio classico di questo tipo di strategia è quello dei video promozionali su YouTube in cui l’utente non può accedere al video se non dopo aver visto la pubblicità riguardante il prodotto di un’azienda. La strategia push assicura risultati ottimali se supportata da un’analisi accurata dei dati riguardanti le caratteristiche dei vari canali di comunicazione, il customer lifetime value (CLV) e i costi di conversione dell’utente (CPL). In mancanza di questi dati una strategia push può causare costi di investimento molto maggiori rispetto ai ritorni.
Le attività pull, invece, consistono nella pubblicazione di infografiche, post sui blog, podcast, eBook, webinar, presentazioni e qualsiasi altro tipo di contenuto che può posizionare l’azienda su uno specifico argomento. E’ quello che possiamo tranquillamente chiamare inbound marketing. A queste attività vanno aggiunti gli investimenti in SEO o nelle campagne sui social media, l’organizzazione di contest, conferenze e così via. Le strategie pull, a volte, sono preferibili rispetto alle strategie push in quanto risultano essere meno invadenti e meno costose, se non addirittura gratuite. Tuttavia un growth hacker difficilmente sceglierà di utilizzare una sola strategia, più probabilmente opterà per un mix tra le due.
Mentre queste due strategie vengono già utilizzate da altri marketer, i growth hacker hanno un’altra opzione a loro disposizione: la strategia orientata al prodotto. Queste figure, infatti, sono in grado di cooperare con il dipartimento di sviluppo e riescono a far sì che il prodotto si promuova da per se. Ciò può essere fatto attraverso la raccolta di informazioni riguardanti il consumatore attraverso il prodotto (es. Facebook), integrazione API, permettendo la condivisione di contenuti attraverso il prodotto (come avviene nel caso delle app di fitness che permettono di condividere i risultati sui social network) o inserendo un backlink nel prodotto (come hanno fatto Hotmail o Wordpress). Questo tipo di strategia può fare miracoli e può anche essere usata come punto di forza alla base delle successive strategie di attivazione e mantenimento all'interno del funnel.
Attivazione - Engage
Assicurati che il tuo prodotto o servizio abbia un mercato.
Una volta creato il flusso di visitatori sul website è importante spingerli a compiere delle azioni che favoriscano il coinvolgimento e che migliorino le possibilità di trattenere dell’interesse dell’utente verso il prodotto.
Questo è il cuore di questa fase: capire il reale market-fit del tuo prodotto
Le azioni di coinvolgimento cambiano a seconda del prodotto/servizio offerto e della strategia aziendale, solitamente hanno l’obiettivo di:
- Ottenere l’indirizzo email del visitatore
- Spingere il visitatore alla creazione di un account
- Spingere alla lettura di contenuti
- Favorire la condivisione
- Spingere all'acquisto
- Spingere alla compilazione di form e questionari
- Creare coinvolgimento attraverso la visione di video o fotogallery
- Favorire l’interazione tra utenti
- Spingere il visitatore ad invitare amici
Per fare ciò, possono essere utilizzati vari metodi, tra cui troviamo l’ottimizzazione delle landing page che indirizzino l’interesse dell’utente verso il prodotto/servizio, la creazione di contenuti, l’uso di call-to-action chiare e dirette, l’uso di email drip campaign.
Questo strumento permette di inviare newsletter a cascata dopo il compimento di un azione (attraverso azioni di marketing automation) o su base temporale.
A ciò si aggiunge uno dei metodi più interessanti e probabilmente più efficaci: la gamification.
Il coinvolgimento viene ottenuto attraverso un sistema di ricompense ad ogni azione compiuta lungo il percorso studiato per l’utente. In questo modo si va a soddisfare l’esigenza del visitatore ad ottenere risultati immediati o in tempo reale.
Mantenimento - Delight
Il principale responsabile del miglioramento del retention rate è sicuramente la qualità del prodotto/servizio. Ma è possibile influenzare il tasso di ritenzione con strumenti ad hoc come il marketing automation, l’email drip campaign, le notifiche inviate in relazione ad eventi specifici (un esempio classico sono quelle di Facebook), email transazionali che promettono sconti e premi fedeltà, la personalizzazione dei contenuti e, più in generale, tutti gli strumenti che permettono all'azienda di restare in contatto con i propri clienti.
Molto utile potrebbe essere attivare un sistema di feedback che permetta ai clienti di comunicare le proprie perplessità verso il prodotto e all'azienda di capire come agire per migliorare le caratteristiche intrinseche alla propria offerta. Il vantaggio del growth hacking è proprio quello della maggiore flessibilità rispetto alle tradizionali campagne di marketing, per cui è possibile adeguare il prodotto alle esigenze dei clienti. Riuscendo a mantenere a lungo il rapporto con il cliente è possibile che quest’ultimo diventi un promotore del prodotto aziendale favorendo così l’acquisizione di nuovi visitatori.
Il funnel di growth hacking non deve essere visto come una serie statica di fasi da seguire. Al contrario potrebbe essere utile testarlo su una parte di utenti, osservarne i risultati e decidere se replicarlo su un altro gruppo o apportare dei miglioramenti. Come già detto questo approccio (simile a quello di lean marketing) è uno dei punti di forza della strategia di growth hacking in quanto permette di apportare miglioramenti in modo tempestivo.
6 Consigli per una strategia di growth hacking di successo
Oggigiorno anche trovare spazio all'interno del web può essere difficoltoso. Per questo attuare strategie di growth hacking diventa fondamentale, soprattutto le startup. Di seguito riporteremo sei consigli da seguire per ottenere risultati ottimali:
1. Investire in automation
Automatizzando i processi è possibile migliorare l’efficienza e i ritorni, parliamo di marketing automation e sales automation. Alcuni software utilizzati sono Hubspot, Oracle (Eloqua) e Marketo, tuttavia è possibile trovare software meno costosi o open source adattabili alle esigenze aziendali grazie alla collaborazione tra il growth hacker e il reparto ICT.
2. Essere mobile-friendly
Investire nel mobile marketing aiuta l’azienda a livello di SEO ed è di fondamentale importanza dato che in pochi possono vantare dell competenze forti in questo campo.
3. Scegliere i canali comunicativi su cui focalizzarsi
Parliamo di tutto quello che possiamo definire "traction". Attraverso il processo di sperimentazione e misurazione dei risultati è possibile individuare i canali più adatti a raggiungere il proprio pubblico efficientemente. Andando su canali troppo costosi si rischierebbe di vanificare tutti gli sforzi fatti annullando i ritorni o andando in perdita.
4. Non limitarsi al concetto di marketing
Growth hacking è qualcosa di più del semplice marketing in quanto unisce queste competenze a quelle in altri campi come le R&S, l'ICT, il product marketing, o l’ingegneria e naturalmente il reparto vendite (sales hacking).
5. Non esagerare con le misurazioni
Un’ossessione dei team di crescita è quello di calcolare il ROI di ogni azione eseguita. A volte però degli elementi sono difficilmente misurabili e un’ostinazione in questo senso porta a sprecare energie e risorse che sarebbero state più utili se impiegate altrove (su questo punto ti rimandiamo anche ad approfondire il contenuto: Oltre i dati: la crescita insight-driven
6. Dotarsi di software di analisi anche avanzati
Trattare i dati raccolti in maniera scientifica è un passaggio chiave nella strategia di growth hacking. Per farlo è possibile utilizzare dei software preimpostati o crearne uno che rispecchi le esigenze per l’azienda.
Growth hacking: errori da non commettere
Finora ti abbiamo guidato nel comprendere le più importanti strategie di growth hacking, svelandoti i trucchi del mestiere e dandoti preziosi consigli su come far leva sulle potenzialità del tuo business. Ma sbagliare è umano e gli errori sono sempre dietro l'angolo.
A cosa bisogna fare attenzione quindi per evitare rischi ed incertezze? Come fare per non incorrere in situazioni spiacevoli? Eccoti una breve lista degli errori più comuni da evitare durante la tua scalata verso la crescita!
1. Sottovalutare le pagine di errore del tuo sito web
La pagina 404 viene visualizzata quando viene inserito un URL errato nel browser Web o se una pagina Web è stata eliminata senza un corretto reindirizzamento.
Anche se frutto di un errore, queste pagine sono un ottimo metodo per sfruttare ogni possibilità di aumentare la tua visibilità migliorando, al contempo, l'esperienza dei tuoi utenti.
Quando un cliente atterra su una 404 si sente confuso, spesso perso, soprattutto se non compare nessuna informazione che possa aiutarlo a trovare quello che stava cercando.
Nel 90% dei casi, la sua prossima azione sarà quella di uscire dal sito e di non rientrarci più. Ma le 404 possono essere ottimizzate e configurate per fornire informazioni importanti, recuperando il traffico che altrimenti andrebbe perso attraverso la selezione di una lista di link pertinenti o offrendo assistenza al tuo visitatore reindirizzandolo su una delle tue pagine social. In questo modo, non solo migliorerà l'esperienza che sarai capace di offrire ma potrai mantenere stabile il traffico sul tuo sito.
2. Ignorare le opinioni dei tuoi utenti
Uno dei motivi del successo di Amazon è la sua attenzione al feedback degli utenti.
Le opinioni degli utenti sulla tua azienda sono fondamentali perché consentono al pubblico che ancora non ti conosce di considerare i vantaggi o gli svantaggi di un determinato prodotto o servizio prima di acquistarlo o di usufruirne. Se i feedback sono buoni, gli utenti apprezzeranno la tua azienda e la crescita sarà esponenziale!
Uno dei metodi più efficaci per far percepire la trasparenza e l'autenticità del tuo business è includere storie di utente reali nelle tue campagne di marketing o nelle tue email. Ciò consente ad altri utenti di identificarsi, e agire in base al riflesso del comportamento del resto della comunità.
3. Optare per le registrazioni obbligatorie sul proprio sito web
La maggior parte dei siti Web richiede al pubblico di compilare moduli lunghi o creare credenziali di accesso prima di poter scaricare un contenuto: l'intento dell'azienda è di ottenere i dettagli del pubblico per contattarli in seguito, ma le conseguenze più comuni sono spesso negative.
La migliore opzione è il no-sign login, in quanto i visitatori non sono vincolati da requisiti di iscrizione e possono provare la piattaforma senza alcuno sforzo.
La registrazione può essere attivata in seguito, a garanzia che solo i visitatori altamente qualificati siano registrati e che le tue migliori risorse vengano sfruttate solo per contattare gli utenti altamente coinvolti.
Inoltre, puoi anche sfruttare una nuova tecnica di content marketing chiamata social login. Questa modalità consente al pubblico di accedere ad un sito web utilizzando le informazioni di accesso di social network come Google, Facebook o LinkedIn.
Il vantaggio principale dell'accesso social è l'accuratezza delle informazioni dell'utente: l'88% degli utenti ammette infatti di immettere dati incompleti o errati nei moduli di registrazione.
4. Gettare la spugna
Come per le metriche di marketing, la probabilità di vendere a un cliente esistente è del 60 - 70% contro quella di vendita ad un nuovo cliente potenziale che si aggira intorno al 5-20%.
Ciò dimostra che non solo è importante generare nuovo traffico e nuovi utenti, ma è fondamentale fare di tutto per mantenere i clienti già esistenti.
Non avere paura dei fallimenti è un punto cruciale di qualsiasi strategia di crescita aziendale. Averne, è una grande perdita di tempo ed energie.
Se un utente decide di abbandonarti, non gettare la spugna! Piuttosto, sforzati di definire specifiche campagne di conservazione che siano attivate quando l'utente fa clic sull'annullamento della sottoscrizione e dedicate a colmare le lacune che hanno spinto il tuo cliente a rinunciare ai tuoi servizi.
Ad esempio, se un utente menziona che il problema principale è il prezzo , allora offrigli uno sconto del 10% per non annullare l'iscrizione.
5. Smettere di imparare
La velocità di una macchina non è il risultato del lavoro di una sola parte (il motore), ma della somma di un gruppo di parti più piccole (pistone, albero motore ecc.). Allo stesso modo, la tua crescita deve essere il frutto degli sforzi di più parti che apprendono e migliorano di continuo.
Si, esatto, chi impara di più, vince di più.
Perseguire l'obiettivo di crescita utilizzando una filosofia e un framework basati sull'esperienza significa ottimizzare la velocità e la qualità del tuo apprendimento in merito al prodotto, al mercato e ai clienti. Il mondo del marketing è in continua evoluzione, come una ruota che gira ininterrottamete verso un continuo auto miglioramento. Non si smette mai di imparare!
Ecco tre regole che dovrai sempre tenere a mente per evitare di adagiarti sugli allori quando arriveranno i primi risultati:
- Ciò che funziona per gli altri, non funzionerà sempre per te.
Ottimizzare le tue strategie in un'ottica di apprendimento continuo è la tua migliore possibilità per trovare ciò che funziona e ciò che continuerà a funzionare per te. Non perdere tempo a confrontare i tuoi risultati con quelli dei tuoi competitor, ogni business è unico e necessita di strategie personalizzate. - Ciò che funziona oggi cesserà completamente di funzionare o diminuirà in efficacia.
La rivoluzione del marketing non si ferma mai. Ciò vuol dire che l'efficacia delle tue tattiche tenderà al decadimento rapidamente per un motivo o per un altro, ad esempio se una nuova alternativa competitiva al tuo prodotto emerge sul mercato.
C'è stato un tempo in cui una strategia di crescita sarebbe rimasta efficace per decenni; ora la sua potenza può esaurirsi nel giro di pochi mesi. Tieniti costantemente aggiornato e massimizza la flessibilità e la capacità di adattamento della tua azienda, ti aiuterà ad affrontare ogni cambiamento a testa alta. - Integra la tua filosofia di crescita in ogni ambito della tua organizzazione.
Dovrai essere abile ad approcciarti alla crescita in modo integrato, ottimizzando le tue strategie in ogni reparto della tua azienda. Altrimenti rischierai di perdere ottime opportunità e di allocare le tue risorse in modo inefficiente.
La sperimentazione continua non è solo un modo per proteggersi da questi rischi, ma anche per ottimizzare ciò che sta già funzionando.
Per avere una crescita significativa, le aziende devono cambiare completamente le regole di marketing tradizionale e innovare attraverso canali che garantiscono una crescita effettiva. È necessario scavare in profondità in modo creativo, fallire e testare inesorabilmente nuove idee. Se questo non viene recepito, ci sarà un proprio concorrente che lo capirà e applicherà sicuramente.
Sean Ellis
Growth hacking: un’occasione unica
Solo nel 2018 in Italia sono nate oltre 300.000 nuove aziende. In un ambiente così affollato nonostante il tessuto economico non risulta così organizzato, come sappiamo, è ormai sempre più difficile emergere per qualsiasi azienda.
Per rompere il rumore di fondo, è diventato sempre più importante avere una strategia di marketing e vendite che sia creativa, interattiva, iterativa e avvincente. Una strategia che non solo aiuta nell'acquisizione dei clienti, ma che generi anche un terreno fertile per la viralità, il passaparola e la crescita organica.
Questo nuovo e potente modo di costruire una fedele base di utenti ha un nome e parliamo di growth hacking (che comprende il growth marketing e il sales hacking).
Per ottenere risultati ottimali i metodi e le strategie analizzate devono essere adattate ad ogni realtà aziendale, alle esigenze e ai problemi incontrati.
Nel growth hacking è fondamentale avere capacità analitiche e creative accompagnate da una visione proiettata al futuro e all'espansione.
Il growth hacking non è più semplice delle strategie di marketing e vendita tradizionali. Tuttavia garantisce efficienza e miglioramento dei risultati ottenuti in termini di crescita e quindi di ritorni.